Un’ondata di solidarietà contro il Coronavirus. Dopo le prime settimane in cui tutti hanno sottovalutato il Covid19, oggi assistiamo a un’ondata di solidarietà per chi sta combattendo in prima linea per salvare più vite possibili. Chi ha pagato le pizze dirette a medici e infermieri, chi ha donato 100mila euro come Inter e Ferragnez, chi dieci volte tanto senza nemmeno annunciarlo e chi sta organizzando piccole e grandi raccolte fondi. Da tutte le parti della società si avverte un Paese che sa di essere in guerra e manda i viveri in trincea. Un’ondata di solidarietà contro il Coronavirus di cui c’è grande bisogno e a cui ci siamo uniti anche noi: ancora oggi non si fermano i piccoli furti di materiale sanitario anche se gli ospedali hanno già messo sotto chiave gli oggetti più preziosi come le mascherine. Per contrastare questa crisi di valori oltre che sanitaria, serve l’ondata di solidarietà contro il Coronavirus. E Milano, già capitale del volontariato, sta dimostrando di essere una città in larga parte positiva e unita nelle difficoltà. I casi di chi cerca di rubare le scialuppe sono comunque una minoranza e non basteranno a dare per persa l’anima della città. La parte migliore delle ultime due generazioni sta combattendo con forza un nemico potentissimo guidata da pezzi da novanta come Galli e Pesenti, questa parte di Milano e d’Italia deve essere quella che ci ricorderemo con gioia. Degli scappati si spera che si ricordino anche gli affittuari di Milano, perché chi scappa quando le cose sono difficili, non merita un’ondata di solidarietà contro il Coronavirus.
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