Una Europa distante dai cittadini, che non sa comunicare e non porta alcun beneficio alla comunità soffocata dall’eccessiva burocrazia e dalle scarsa presenza dell’UE sui territori. Il sondaggio commissionato dalla Fondation pour une Europe des Nations et des Libertés (FENL) fa emergere una generale insoddisfazione da parte degli intervistati rispetto alla capacità dell’UE di intraprendere azioni in grado di portare benefici diretti agli stati membri e ai loro cittadini. Andando nello specifico emerge che oltre il 70% dei cittadini intervistati percepiscono come insufficienti i benefici, di questo 70% quasi il 30% li percepisce come nulli.
D’altra parte richiamando l’attenzione sui risultati attribuiti all’intervento dell’UE in ambiti quali l’economia, la sicurezza o la disoccupazione, la maggioranza dei cittadini ritiene che in nessuna di queste aree l’intervento dell’UE abbia portato alcun beneficio diretto, ne a loro ne ai loro paesi.
Fanno eccezione i cittadini polacchi rispetto ai benefici economici al proprio paese riconducibili ad un’azione diretta dell’UE. La percezione è che tale situazione sia appesantita. Solo il 19% degli intervistati giudica non eccessiva la burocrazia interna all’UE, mentre oltre il 65% degli intervistati è convinto che maggiori presenza e vicinanza al loro territorio migliorerebbero l’azione dell’UE. Alla percezione di un’eccessiva distanza dell’UE rispetto ai territori contribuiscono il fatto che secondo i cittadini le occasioni di incontro con le istituzioni europee sono poche mentre l’attività di comunicazione svolta è ritenuta inadeguata.
Entrando nello specifico dei dati sul territorio, è emerso che la percezione dei monzesi e brianzoli rispetto all’Unione non si discostano molto dai dati nazionali. L’80,6% degli intervistati di Monza e Brianza non ha avuto contatti diretti nell’ultimo anno con un europarlamentare e il 61,6% non ha avuto occasione di assistere alla presentazione da parte di un rappresentante dell’Ue delle opportunità proposte dalla stessa Ue. Il 69,8 % dichiara di non aver avuto benefici diretti a seguito di interventi sui temi di sicurezza, disoccupazione ed economia da questa Europa. Il 73,6%, invece, dichiara che i rappresentanti dell’Eu non comunicano in modo adeguato con i cittadini, il 62,4% ritiene che la burocrazia dell’Ue sia eccessiva. e l’71,3% dei monzesi e brianzoli crede che una maggiore vicinanza dell’Ue potrebbe migliorare sul territorio la propria azione. Il 53,7% ritiene che l’attività svolta dall’Ue porti benefici non sufficienti sul territorio. Il 60,6 % dei monzesi e brianzoli dice di non aver avuto percezione di alcun beneficio per il proprio Paese dagli interventi dell’Ue sui temi di sicurezza disoccupazione ed economia. Dati chiari da cui emerge una generalizzata insoddisfazione. «Viviamo in un mondo sempre più complesso e in rapida trasformazione. In carenza di una classe dirigente saggia e autorevole, vince chi propone ricette semplici, chi individua colpe esterne, chi rassicura promettendo ai cittadini che gli altri non avranno di più, anziché fornire strumenti attivi, abilitanti, avanzati per crescere tutti assieme. – ha spiegato Angelo Ciocca, europarlamentare della Lega candidato alle elezioni del 26 maggio -. L’Europa può rinnovare il proprio progetto solo se sa essere convincente e coinvolgente verso i giovani». Da qui la scelta dello slogan “Ribaltiamo Questa Europa” per la campagna elettorale. «In prima persona in questi anni dai banchi di Bruxelles e Strasburgo ho capito e testimoniato che l’Europa così come è oggi non funziona – ha proseguito Ciocca -. La gestione fallimentare nella difesa delle frontiere e del Made in Italy sono sotto gli occhi di tutti. E’ scoccata l’ora della Nuova Europa, serve una sveglia! Infondere nuovo sangue nelle vene a un’Europa che punta solo a fare gli interessi delle Banche e della Finanza. Le facce che siedono ai posti di potere e nei gruppi di maggioranza, ormai da anni al Parlamento europeo, sono sempre le stesse e rispondono da troppo tempo a ordini che non tutelano certo gli interessi dei cittadini».
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