Le edicole chiudono e si parla di scalatori. Su tutte le testate principali si parla di scalatori impegnati nella pulizia e restauro del Duomo di Milano. Sicuramente una notizia, di quelle “la gente se la legge”, però come possiamo lasciar stare le edicole in via di chiusura? Secondo una recente inchiesta di Repubblica, ne chiudono due al giorno. E le edicole pure sono ormai solo 11mila, si arriva a 27mila punti vendita contando i supermercati, bar e altro. Un quadro già inquietante per chi dovrebbe voler pubblicare giornali: senza una rete di distribuzione sarà sempre più difficile. E la rete internet non può sostenere da sola il mercato della stampa. Eppure tutti contenti a parlare del Duomo su cui tutti guardano gli scalatori che lavorano. L’attività degli uomini ragno funziona ed è interessante, perché potrebbe portare una nuova generazione di muratori in pianura aprendo un mercato che non c’era e che potrebbe liberare le città dall’orrore dei ponteggi. Si garantirebbero lavori più rapidi e senza queste foreste di pali che spesso adornano i marciapiedi milanesi. Quindi senza dubbio un’ottima notizia, se girata con questo taglio e magari corredata da un servizio sui ponteggi. Ma alla fine, non era meglio riciclare la vecchia abitudine di sposare cause giuste per una volta? E quale causa più giusta oggi di difendere i presidi territoriali di un sistema in difficoltà? Noi, per quanto sembri fuori posto essendo online, ci proviamo con l’edicola di Melchiorre Gioia. Ve ne abbiamo raccontato già perché viene messa a rischio la sua sopravvivenza dalla nuova Milano scintillante made in Manfredi Catella. L’accordo tra Coima sgr e il Comune di Milano prevede infatti l’allontanamento dell’edicola, ma la zona proposta, sostiene l’edicolante, sarebbe fatale per la sua attività. L’uomo ha provato a ipotizzare altri sette spostamenti, ma dall’Amministrazione fanno orecchie da mercante. L’edicola deve spostarsi verso piazza della Repubblica, dicono. Ma le ultime due della zona sono fallite, dunque più che un spostamento sembra una chiusura sicura. Francesco a due anni dalla pensione vede dunque il rischio di vedersi sfilare il lavoro proprio dal Comune.