Forza Italia, continua il confronto interno. A tornare sull’argomento è Oscar Strano, presidente del Consiglio di Municipio 4, che insieme ad alcuni colleghi aveva diffuso un comunicato all’indomani della batosta elettorale. Visto il dibattito che ferve Strano è tornato sull’argomento con un post su Facebook:
All’indomani del voto, con un gruppo di amici consiglieri di Municipio, ci siamo “permessi” di dare un contributo politico sulla situazione di Forza Italia. Una riflessione, per stimolare un dibattito e far capire sia agli elettori che agli eletti dove la dirigenza di questo partito intendesse portarci. Perché le dichiarazioni sparse degli ultimi mesi di alcuni dirigenti, anche in contraddizione con le parole del Presidente Berlusconi, hanno portato una fetta importante del nostro elettorato ad andarsene verso offerte politiche più chiare. Non l’avessimo mai fatto! Per alcuni era un “segnale” pre-abbandono; per alcuni un modo per buttare sale sulla ferita ancora aperta, acuire una divisione, far emergere la frammentazione all’interno del partito. Insomma, per molti chi vuole portare un contributo di idee, anche critico, è visto come un possibile “traditore” in questa caccia alle streghe perpetua. Ebbene, ho assistito in silenzio a una gestione post-voto e post-batosta elettorale che a definirla sconvolgente è dire poco: consiglieri comunali che si sbranano sui social per affermare la paternità di emendamenti; incontri fatti per sedare diatribe con i coltelli fra i denti (anche chi avrebbe dovuto ‘mediare’ non ha rinunciato a portarsi il coltello); un gruppo regionale che avrebbe potuto rilanciare un’identità politica unitaria e che, invece, si è spaccato perché evidentemente valgono più le ambizioni personali che la ragion di partito; e infine i congressi che vengono sempre rimandati anche quando, come nel caso del giovanile, non vi era alcun bisogno.
Quando qualche giorno fa il Presidente Berlusconi, intervistato da Il Corriere della Sera, ha ristabilito in modo inequivocabile la linea politica di Forza Italia, mi sono reso conto che il nostro umile contributo era dunque necessario. Da lì mi è apparso evidente che molti tra coloro che rifiutavano quel dibattito avevano, evidentemente, orizzonti diversi da quelli delineati da Berlusconi. Se una squadra perde e perde mentre il clima è favorevole, è dunque chi ha condotto quella squadra a doversi mettere in discussione, veramente e non con passi di lato. Stiamo assistendo all’opposto.
A me hanno sempre insegnato che prima viene il bene del partito e poi l’interesse personale. Forse non tutti hanno avuto questi insegnamenti.
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