Sala, il sindaco coi piedi nell’acqua. Ospedali che cascano a pezzi, strade allagate, persone nel panico e un’immagine di una città alluvionata. Sempre nello stesso posto, quello in cui il sindaco Giuseppe Sala passa solo per annunciare che investirà sul quartiere dove si concentrano le proprietà della cooperativa Niguarda. E (anche) questa volta non c’era: era in giro per cercare di portare a Milano le Olimpiadi invernali. Una volta erano un’evento minore, buono per città come Torino (per altro la questione di quanto siano costate alla città non ha mai visto la parola fine). Sala però è alla disperata ricerca di un successo almeno secondario per rilanciare la sua immagine di uomo internazionale, perché senza un Renzi alle spalle sta rapidamente tornando a essere solo un uomo normale. Inaccettabile per lui e tutti quelli che a Expo si sono sentiti tanto internazionali e hanno guadagnato lauti stipendi negli anni delle spese e dei decreti da commissario speciale. Sala non si arrende e intanto la città affonda con le sue ambizioni. Il sindaco ha passato buona parte del mandato in giro a cercare di continuare a frequentare quel mondo che aveva visto a Expo e ha tentato di riportare a casa quei mesi che l’hanno fatto sentire così speciale. La città però nel frattempo affondava sui tanti debiti e promesse e, specialmente, sulla carenza di cura da parte del primo cittadino: la battaglia per la pulizia dell’alveo del Seveso, come per il completamento delle vasche di laminazione, è qualcosa di molto meno cool di un evento internazionale. Ma il problema è che riguarda solo i milanesi, mentre Sala e la sua corte già pensano alla dimensione nazionale. Però non si accorgono che ormai Sala è il sindaco coi piedi nell’acqua. E in certi ambienti la puzza delle acque del Seveso si sente. Non tutti sono boccaloni come gli italiani e sembrano aver inquadrato bene Beppe Sala: ogni competizione per agenzie europee o altro si è conclusa male. Ora attendiamo quella per le Olimpiadi, intanto nessuno ha risolto il problema delle esondazioni. Però si sono accorti che i conti non reggono e che si devono chiedere 50 centesimi in più ai milanesi più poveri (quelli che prendono la metro). Se anche le Olimpiadi invernali dovessero andare male, Sala avrà solo due scelte: o iniziare a fare il sindaco dei milanesi, o dimettersi per seguire le legittime aspirazioni da premier o ministro. Però è il momento di lavorare, perché al momento la sua carriera ha i piedi nell’acqua.
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