Metro 5, bloccata un’altra scala mobile a Garibaldi. Per chi è rimasto a lavorare, e a Milano si parla di tanta gente, è oggettivamente un disagio. Si dovrebbe cambiare qualcosa ma loro non sono capaci. Loro ci provano, ma non ci riescono. E per scrollarci di dosso i “lorsignori” e “loro” molto da stampa italiana, facciamo qualche nome: Beppe Sala ad esempio, che si occupa di metropolitane solo quando c’è da aumentare i biglietti o stanziare fondi. Oppure la così detta opposizione di centro destra a Palazzo Marino, in grado di contestare Area C e la sua espansione quando tutti sanno che l’Ecopass mica l’ha introdotto Babbo Natale. Sulla metropolitana però ci sono altre questioni da approfondire. I Sollazzo di questa città dove sono? Perché gli aumenti del biglietto Atm saranno pure eccessivi o sbagliati, ma qualcuno ha voglia di mettercisi davvero sulla questione ferrovie? Lo scriviamo anche per il loro futuro politico: nei prossimi dieci anni a Milano quello che non sarà mattone, sarà rotaia. Si preparano i primi esperimenti di metro a livello metropolitano con le previste espansioni di tutte le linee. Si prepara la circle line che creerà la prima circonvallazione su ferro. Insomma di materiale e spazio per “fare politica” ce n’è a profusione. Nel frattempo la nuova e modernissima M5 casca a pezzi. Persino nei suoi centri nodali ci sono scale mobili che devono essere chiuse per manutenzione. Un gran problema per chi deve usarle, ma un tema su cui riflettere per la città. Nonostante tutta questa carne al fuoco, nessuno si occupa di altro se non di 50 centesimi di aumento. Perché le varie opposizioni non si trasformano davvero in qualcosa di serio e chiedono di istituire una commissione o un’indagine di qualsiasi tipo sulla M5? Intendiamoci, non per scovare le varie associazioni mafiose (quelle cercheranno sempre di infilarcisi e ci pensa già egregiamente la forza pubblica), ma per capire come sono stati spesi questi soldi. Chi li ha presi e per cosa perché qui qualcosa non funziona e forse Milano merita almeno una risposta. I milanesi poi non sono vendicativi per carattere, ma si ricordano. E se un loro delegato all’Amministrazione cittadina chiedesse finalmente una risposta non potrebbero che esserne grati.
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