Sala dimentica le metro e parla del governo. Ieri mattina è stata rallentata la circolazione della metropolitana 5, tanto per cambiare verrebbe da dire. E tanto per cambiare era all’altezza della fermata Isola. Dove c’è la famosa curva che costringe il treno a una manovra che o danneggia i binari o danneggia le ruote del treno. Una tratta progettata dal tanto celebrato ufficio di Metropolitana milanese, ma che a noi non suscita gran fiducia. Ma il sindaco Sala aveva altro da fare invece che occuparsi delle questioni milanesi (ormai tutti hanno capito che il ruolo di semplice sindaco gli sta stretto) e ha perso tempo a dire la sua sull’attuale crisi politica: “Se il punto delicato è il Ministero dell’Interno mi permetto di avanzare una proposta: metteteci un tecnico, uno bravo e corretto. Poi la politica continuerà a sfidarsi su sicurezza e immigrazione, come da copione #CrisiDiGoverno“.
Ora nessuno vieta al primo cittadino milanese di dire la sua sui temi della politica nazionale, ma forse dovrebbe essere davvero certo di poter scagliare il biblico sasso. Ha appena chiesto un ulteriore sforzo ai cittadini e utenti delle ferrovie cittadine. E’ poi così strano che chi paga si senta anche in diritto di chiedere un aumento della qualità? Se no è la solita operazione all’italiana in cui si chiede al popolo uno sforzo, ma non gli si dà niente in cambio se non la possibilità di esistere: della serie dammi i soldi o ti rubo la bici. E alla fine i milanesi si mettono in coda e lasciano che si proceda. Così Giuseppe Sala, tra un documento retrodatato e l’altro, può serenamente occuparsi di ciò che succede a Roma per lanciare una puntura di spillo a quello che forse sarà il suo prossimo sfidante per la poltrona di sindaco. E’ Matteo Salvini infatti a occupare la poltrona di ministro dell’Interno, un sistema per Sala di continuare a restare nel dialogo pubblico dunque. Intanto però la M5 è fallita e si vede dalle carenze del servizio, ma per Beppe è sempre più urgente e importante fare altro. D’altronde il biglietto lo ha alzato, non può fare tutto lui.
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