Neanche la pioggia è più quella di una volta. Che tristi questi tempi di Milano. Depressa, preda di delinquentelli da due soldi. E neanche la pioggia è più quella di una volta. I vecchi (scusate ma anziani non si può sentire) ripetono spesso che la schighera, la vecchia nebbia, non è più quella di una volta, ma la pioggia? Se Dio è nella pioggia, deve esserci poco Dio da queste parti: perché dopo tre mesi la pioggia è arrivata, ma a quanto pare senza troppa voglia. Perché piovere, piove, ma più da autunno: goccioline leggere che non danno alla città la lavata di cui avrebbe bisogno. Non serve un diluvio, ma almeno una scrosciata per scrostare i marciapiedi dalle cacche dei migliori amici dell’uomo. Perché loro saranno pure amicissimi, ma le deiezioni fanno un po’ cagare. Per non parlare della polvere e delle incrostazioni di smog sugli edifici. Ma niente, sembra che Milano non interessi più nemmeno alla pioggia. Nessuno voleva esserne sindaco, nessuno vuole esserne procuratore (anche perché è capace che l’ultimo alla fine lo arresteranno), e ora pure la pioggia si sfila. Magari però con la fine del mito di Milano in tanti torneranno a casa rivitalizzando quel centro sud svuotato dalla calamita del lavoro. In tanti potrebbero essere il vero PNRR per il quale ci sono i soldi, ma non le persone capaci di usarli. Perché i migliori sono scappati anni fa da una terra in cui saranno buoni i limoni ma alla fine comandano le varie mafie regionali. Ora potrebbe essere il momento giusto per ritornare. Tanto qui neanche la pioggia è più quella di una volta.