Una sessione di allenamento sotto la Madonnina accompagnati dalla musica. Così il mondo dello sport, gestori di palestre e piscine, personal trainer ma anche frequentatori e appassionati di sport, hanno protestato contro il decreto del governo che ha portato alla chiusura degli impianti. I lavoratori sportivi “sono spesso inquadrati con contratti di collaborazione e non hanno ammortizzatori sociali – ha spiegato Matteo Bovi, personal trainer che ha guidato la sessione di ginnastica in piazza Duomo -. La nuova chiusura rappresenta la fine per molti centri che stavano in piedi per miracolo e nello stesso tempo pensiamo che si comprometta la salute e il benessere delle persone”. Quella di chiudere palestre e piscine inoltre “è una scelta che non si giustifica con nessun dato scientifico concreto e anche il ministro Spadafora – ha proseguito – ha evidenziato che non ci sono evidenze su focolai nati nelle palestre e nelle piscine”.
I lavoratori aderenti ad Arisa (Associazione Regionale Imprese dello Sport e delle Arti) hanno invece protestato davanti al cimitero monumentale. Il presidente di Arisa Mario Contardi ha spiegato che “a rischio è la nostra esistenza: dopo aver preso tutte le misure, aver preso provvedimenti puntigliosi, dopo aver subito i controlli doverosi, siamo risultati perfettamente allineati e a disposizione, ma tutto ciò ha portato comunque a chiudere e questo è vergognoso e inaccettabile. Non possiamo accettare di esser condannati a morte per via dell’ignoranza di quanto abbiamo fatto”. I lavoratori delle impresi di sport e arte vogliono “leggi applicabili” , “altrimenti – hanno detto, senza di noi non ci sarà più sport”.