Da quadrilatero della Moda a quadrilatero della Mafia. Un quartiere simbolo di Milano come la zona di Montenapoleone si è infatti improvvisamente risvegliata diversa grazie all’operazione della Polizia di Palermo che ha sequestrato un paio di milioni di euro a Gaetano Fontana, 45 anni, ritenuto dagli investigatori esponente della famiglia mafiosa dell’Acquasanta. Tra i beni che gli sono stati confiscati c’è infatti “un’impresa commerciale attiva nel settore della gioielleria, con sede a Milano nel cosiddetto “quadrilatero della moda”, formalmente intestata alla convivente, ma di fatto
riconducibile a Fontana. Oggetto della confisca è anche il complesso aziendale della società: numerosi orologi di lusso, gioielli (orecchini, collane, bracciali e anelli in materiali e pietre preziosi), gemme sfuse, alcuni dei quali ritrovati a seguito delle operazioni di perquisizione e sequestro eseguite dai finanzieri di Palermo nelle abitazioni dello stesso Fontana e del fratello e la sorella Angelo e Rita, nell’ambito dell’operazione denominata “Coffee Break” nel maggio 2019. Un altro bello schiaffone per la Milano che vuole raccontarsi buona e bella come un mito dell’antica Grecia. Ormai il capoluogo lombardo ha un sindaco diventato famoso per diverse dimenticanze come il terreno “agricolo” in Liguria, la società immobiliare nei paesi slavi e per aver truccato le carte della più importante manifestazione fieristica italiana e internazionale degli ultimi decenni. Per non parlare degli altri processi sulla gestione delle banche da parte dei Bazoli con cui si è messo. Il comandante dei vigili silurato malamente in una vicenda di influenze non chiare tra potere politico e potere giudiziario. Una capa dell’UPG mandata in tutta fretta a Roma perché sottoposta a indagine per una storia poco trasparente sulle donazioni ricevute dalla polizia di Stato. Per finire con il Procuratore Capo Francesco Greco indagato per la brutta storia della Loggia Ungheria. Insomma, dopo cinque anni di Sala e di sinistra, Milano si ritrova devastata a livello istituzionale. L’unica istituzione rimasta a tenere alta la bandiera tra mille difficoltà è la Prefettura guidata da Renato Saccone. Per il resto la capitale dell’economia italiana è in ginocchio: la sinistra ha distrutto la credibilità del Comune, della Questura e della Procura. Ha smantellato un sistema viabilistico che permetteva di entrare e uscire agilmente dalla città con qualunque mezzo. Ha lasciato le strade a sé stesse e si prepara pure a vendere ai francesi la parte dedicata all’energia pulita di A2A, cioè il futuro economicamente più conveniente. Ora con la bruttissima vicenda di Fontana (il nome non porta benissimo in Lombardia) pure il Quadrilatero della Moda cade e diventa un altro posto in cui fiorisce il malaffare originale. Quello tipicamente italiano, direbbe Stannis La Rochelle. Un disastro su tutta la linea. O in una parola: macerie. Non è tutta colpa di Sala, sia chiaro: prima c’è stato Pisapia. E dopo dieci anni di governo di sinistra, la città è a pezzi. Non è un caso che nonostante sia una regione primaria a livello mondiale per il settore Pharma, l’agenzia europea abbia scelto l’Olanda. Perché deve esserci credibilità istituzionale, oltre ai semplici numeri. Fama che Milano sta perdendo. Un pezzo alla volta. Di aperitivo sui Navigli in aperitivo sui Navigli.
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