Una delle cifre distintive della Milano di Sala è quella d’essere estremamente provinciale. Pur atteggiandosi a città dall’afflato internazionale, non riesce a fare a meno di manifestare il suo senso d’inferiorità nei confronti delle capitali estere, e degli anglofoni in generale, utilizzando termini inglesi per definire ciò che potrebbe essere tranquillamente declinato in italiano. Il Comune si è dotato di una “food policy” piuttosto che di una “politica alimentare“, promuove manifestazioni come “Milano food city” al posto di “Milano città del cibo“, gestisce “car” e “bike” “sharing“, invece di noleggiare auto e moto in condivisione, pubblica l’elenco delle “week“ invece che degli “eventi settimanali” dove, per fare un esempio fra tanti, la “settimana della moda” diventa la “fashion week“. Si potrebbe andare avanti a lungo con questo elenco di “vorrei ma non posso“, anzi “non sono“, ma prima di concluderlo pare doveroso citare citare “NoLo“, l’acronimo con il quale un gruppo di cittadini, in buona parte sostenitori di Sala, hanno ribattezzato il tratto iniziale di via Padova e vie limitrofe.
Probabilmente anche loro vorrebbero vivere a SoHo, ma non possono e hanno pensato bene di crearsene uno in salsa alla pummarola. Nulla di male, ci mancherebbe altro, ma la toponomastica storica offriva loro tante opportunità di scegliere una denominazione italiana, da rendere difficile comprendere il perché della scelta anglofona. Comunque sia ci si impegnano e, bisogna ammettere che, nel loro piccolo qualche miglioramento sono riusciti ad apportarlo alla zona. A questo punto si potrebbe dire: “contenti loro, contenti tutti“, ma non è proprio così perché, ad opporsi alla loro scelta semantica e a quelle in materia di urbanistica e viabilità sono in molti.
Lo scontro fra le due fazioni è stato evidenziato da un post pubblicato nella pagina Facebook Via Padova Viva Social District (“distretto sociale” pareva brutto). In esso sono riprodotte le immagini di alcuni volantini attaccati su muri e cestini della zona, in cui si accusavano i “nolers” di avere causato un aumento dei prezzi di immobili e affitti che costringerà molti ad andarsene lasciando il quartiere popolato solo da “fighetti radicalchic“. Ovviamente si è sviluppata un’accesa discussione all’interno della quale gli autori dell’attacchinaggio sono stati individuati negli appartenenti alla “QuLo Social District – Quasi Loreto – Milano“. E chi sarebbero questi? Nient’altro che gli ideatori di una pagina satirica dove sono pubblicate le tavole “del famoso fumettista Zero-Cacare, ispirato e ambientato nella nostra Qulo“, o l’annuncio di improbabili eventi come il “Pugnetta Pride – La sagra della sega“. Un simpatico modo dei “Qulers” di invitare i loro dirimpettai “Nolers” a rimanere con i piedi per terra, perché quando si sogna di vivere a New York, o a Londra, è sempre un brutto risveglio se al mattino si riaprono gli occhi a Peyton Place.
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