Grazie a Marcello Viola. Siamo veramente felici di poter dire grazie Marcello Viola perché da anni Milano aveva la necessità di una procura normale, dove tutti sono uguali alla legge. Perché negli ultimi lustri sotto la Madonnina c’è stata una situazione difficile da digerire per i cittadini comuni, gli uffici comunali sono stati pervasi da una certa tendenza ad approvare operazioni che non sembra esagerato definire particolari. Forse anche perché sulla poltrona più alta del Comune siede chi ha sempre sventolato una certa fierezza per aver falsificato delle carte di rilevanza nazionale, quindi quello che era un gesto motivato dall’intenzione di fare del bene alla città, ha probabilmente fatto sembrare normale ai dirigenti comunali firmare per progetti come quello di Crescenzago dove ora centinaia di famiglie milanesi sono a rischio perché sono stati costruiti due edifici senza minimamente pensare alle infrastrutture che useranno. E qui non parliamo di qualche pista ciclabile (altro tema su cui finalmente si è aperta una seria discussione a suon di inchieste), ma di fognatura, reti elettriche e quant’altro in un cantiere in cui si verificano già così continui black out. Perché di questo parleremo: se Bluestone riuscirà a chiudere e lascerà il quartiere, quando salterà la luce o salterà qualche fognatura a chi potremo chiedere?
I costruttori saranno spariti e la città sarà costretta a pagare i danni. Ecco perché diciamo grazie a Marcello Viola. Ci voleva finalmente un procuratore che si indigna se il capo della polizia locale accompagna l’assessore Tancredi a parlarci, perché sono episodi che in altre regioni sarebbero stati stigmatizzati. I milanesi si erano così abituati a questo sistema “collaborativo” che pensavano non ci fosse speranza. Invece per fortuna è tornata la normalità: se uno denuncia, pure il dirigente comunale, qualcuno fa le indagini e se il reato c’è non si fa problemi a proseguire. Poi, da lì alle condanne ce ne passa. E noi rimaniamo sulla linea costituzionale dell’innocenza fino a prova contraria, ma siamo felici del ritorno di un sistema normale. Magari un passo alla volta Milano tornerà a essere una speranza per tanti italiani, una città dove poter vivere migliorando sé stessi e il mondo intorno. Dove l’arroganza e la prepotenza sono isolate, mal viste. Persino disprezzate. Deve tornare la fiducia perché torni tutto questo, la fiducia l’uno nell’altro, la voglia di stare insieme senza odio. Per costruire una città bella fuori, ma anche dentro.
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