Rampelli contro il ministero che ha inventato Meloni. Perché in questi giorni sta facendo parlare di sè l’onorevole Fabio Rampelli, niente meno che il vicepresidente della Camera. Il deputato di Fratelli d’Italia ha presentato una proposta di legge che multerebbe l’utilizzo eccessivo di termini inglesi con sanzioni fino a 100mila euro. Una evidente provocazione, a meno che il governo Meloni non abbia intenzione di far uscire l’Italia dal mondo e trasformare lo Stivale della Corea del Nord europea. Potremmo citare le migliaia di “bar” che sarebbero costretti a cambiare insegna, giusto per fare un esempio. O le migliaia di aziende che dovrebbero mettere in bilancio multe quotidiane perché vivendo di export devono parlare inglese con i loro clienti, sempre che appunto non si pensi a una nazione del tutto autarchica. Cioè trasformare tutti gli italiani in pezzenti veri stile Corea del Nord, fatta eccezione per la famiglia del leader maximo. In fondo l’humus culturale è quello giusto: dopo aver perso l’occasione di internet nella seconda metà del Novecento, ora mettiamo al bando le intelligenze artificiali. Perchè l’Italia fu uno dei primi Paesi al mondo a essere connesso a internet, ma pensò bene di tenere lontana la tecnologia perché i politici di allora preferivano un popolo di ignoranti mantenuti con pseudo posti di lavoro a persone istruite e in grado di pensare con la loro testa. Così ci siamo indebitati fino al Tremila per pagare quelle stesse tecnologie che potevamo avere. Ma questi sarebbero pure argomenti seri, dunque non consoni alle provocazioni di cui è strumento il Parlamento italiano: perché il governo Meloni ha introdotto il Ministero del Made in Italy. Ma il suo deputato vuole multare chi usa troppi termini inglesi. Beh, in Ministero del Made in Italy, almeno due su tre sono decisamente inglesi. Dunque il deputato di FdI vuole multare il suo governo. Surreale? No, Rampelli. Oltretutto nella vicenda di Rampelli contro il ministero che ha inventato Meloni, c’è il tema proprio del Made in Italy. Tutti i governi, sovranisti o meno, ci hanno sfranto l’anima con le violazioni del made in Italy e si battono in ogni sede dentro e fuori dai confini italiani per tutelarlo. Poi arriva Rampelli e vi vuole multare? Dai Giorgia, sei un presidente del Consiglio che studia, che parla quando ha studiato un argomento. Che sta cercando di fare, al di là di cosa si pensi delle tue convinzioni questo aspetto è innegabile. E poi lasciate Rampelli libero di multarvi? Ah per altro: Rampelli si è accorto di una pericolosa manifestazione di questi giorni? Si chiama Vinitaly. A questo punto arrestateli tutti.
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