Ribaltare i luoghi comuni sui bagni pubblici, rendendoli posti confortevoli di cui la comunità è invitata a prendersi cura: è il progetto ‘The Tokyo Toilet’ che, per il Fuorisalone, porta dal Giappone a Milano il concetto di ‘omotenashi’, il senso dell’ospitalità profondamente radicata nella cultura nipponica. Il progetto è nato in occasione delle Olimpiadi del 2020: Koji Yanai, figlio del fondatore di Fast Retailing e vicepresidente della società che gestisce Uniqlo, ha chiamato 16 creativi a ideare 17 bagni pubblici che sono stati poi collocati nel distretto di Shibuya.
Tra i progettisti coinvolti nomi del calibro di Shigeru Ban, che ha creato il celebre bagno dalle pareti trasparenti, Toyo Ito, Kengo Kuma, Tadao Ando, Nao Tamura. I loro lavori sono protagonisti, alla Triennale di Milano, di un’installazione ibrida a metà tra arte e design, ma non solo: il progetto “The Tokyo Toilet / Milano” prevede la completa ristrutturazione dei bagni pubblici della stazione metropolitana Duomo, che saranno donati alla città di Milano e che per tutta la Design Week saranno caratterizzati da un’esposizione artistica con le fotografie di Moriyama.
“Volevo donare dei bagni pubblici a Milano perché è la città del design e se la reazione della gente è buona – dice all’ANSA Koji Yanai, oggi a colloquio con il sindaco Beppe Sala – potremmo anche espandere il progetto, l’unica condizione è curarne la manutenzione”. “Come a Tokyo, i primi due anni sono offerti da noi: vogliamo elevare la qualità della vita delle persone perché il design cambia la prospettiva sulla città, anzi – chiede curioso il vicepresidente di Fast Retailing – quali sarebbero delle zone adatte alle prossime installazioni di arte pubblica?”. Mister Yanai non è a Milano per cercare solo i quartieri che sappiano prendersi cura dei nuovi bagni pubblici di design, ma anche per trovare la location più giusta per il secondo store cittadino del suo colosso Uniqlo.