La Triennale di Milano, sotto la guida del Presidente Stefano Boeri, ha presentato oggi il suo nuovo progetto culturale, che ingloberà diversi settori: design, moda, architettura, urbanistica, arti visive, new media, fotografia, performance, teatro, danza e musica.
“Ci troviamo in un momento in cui una comunicazione aperta e onesta non solo è necessaria, ma è rivoluzionaria – ha affermato Boeri – Quando i governi e la politica sembrano non riuscire più a rispondere ad alcuni bisogni fondamentali della società, siamo spinti a guardare ad altri luoghi, come le istituzioni culturali e creative, per facilitare il confronto e il dialogo”. È stato anticipato il fil rouge della XXII Esposizione Internazionale, che s’intitolerà “Broken Nature: Design Takes on Human Survival”, curata da Paola Antonelli: “Abbiamo fatto passi da gigante con le partecipazioni internazionali, alcune figurano per la prima volta, come Camerun e Sri Lanka Il concetto di ‘restorative design’ risuona con forza e sensibilità nelle partecipazioni internazionali e ci permette di credere nel potere del design di aiutare i cittadini a comprendere la complessità, valutare i rischi, adattare i comportamenti e chiedere cambiamenti”.
Tra le mostre dell’esposizione anche “La nazione delle piante”, un’esposizione curata da Stefano Mancuso: “L’universo delle piante è la nazione più popolosa della terra e non ha voce. Sarà un viaggio di esplorazione, dove impareremo a conoscere le piante, come memorizzano le informazioni e come imparano“. Tra le iniziative presentate in Triennale, questa mattina a Milano anche l’apertura del Museo Permanente del Design Italiano, curato da Joseph Grima: “Le imprese non soltanto supportano la cultura ma la producono Noi vogliamo rappresentare un polo di ricerca, facendo diventare la Triennale un punto di riferimento importante, qualcosa di stabile che racconterà anche alle generazioni future cos’è successo di straordinario negli ultimi decenni“. Dovendosi basare su una collezione, inizialmente “abbiamo pensato di agire velocemente – ha continuato Grima – e abbiamo visto che cosa esiste già in questo edificio, anche grazie agli archivi delle ultime triennali, riorganizzando quello che c’è. Lo presenteremo in modo molto semplice per leggere la storia del design in uno spazio che sia vivo“.
È stato ribadito inoltre il ruolo fondamentale della relazione con la città di Milano, grazie al nuovo Urban Center che verrà allestito all’interno degli spazi di viale Alemagna. Tutti i progetti legati all’architettura fanno capo a Lorenza Baroncelli e tra quelli presentati dal palco, anche Triennale Off, una rigenerazione urbana degli spazi circostanti tra la stazione Cadorna e il Palazzo dell’Arte. Il Triennale Teatro dell’Arte intende consolidare il proprio ruolo di centro internazionale per le performing arts. La proposta culturale, affidata ad Umberto Angelini, curatore per il teatro, la danza, la musica e la performance, continuerà ad articolarsi in due momenti: la stagione teatrale al Teatro dell’Arte e il festival FOG Milano Triennale Performing Arts, che si apre a tutta la città. Il programma presentato prevede inoltre un ampio cartellone di collaborazioni con, tra gli altri, il MoMa di New York, la Tate e le Serpentine Galleries di Londra, il Teatro della Scala, il Piccolo Teatro di Milano, il Teatro Franco Parenti, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, oltre a mostre sull’architettura e una retrospettiva sul lavoro di design di Enzo Mari.