“I mezzi mi sono stati ridotti ad un quarto e questo rischia di portare la situazione in una condizione peggiore rispetto a prima, comunque non gestibile“. Lo ha detto il presidente di Ferrovie Nord Andrea Gibelli ieri mattina a RTL 102.5 parlando della ripresa delle attività produttive di domani e dei suoi riflessi sul trasporto pubblico. “Il problema della norma – ha spiegato Gibelli – è che obbliga il distanziamento anche sui mezzi: abbiamo cercato di spiegare che la distanza di un metro, sulle pensiline, nelle stazioni se può essere gestibile con l’educazione e con la segnaletica, i comportamenti a bordo di autobus, treni e metropolitane difficilmente riusciranno ad ottemperare alla distanza del metro“.
“Confidiamo – ha proseguito Gibelli – che le indicazioni ricevute dal Governo in termini codici Ateco abilitati alla mobilità siano compatibili con la riduzione del numero dei posti: è indubbio che domani non torna il 100% delle persone a lavorare, e ci auguriamo che le persone che si muoveranno a lavorare saranno, come hanno detto in base alle loro previsioni, un numero importante, ma non da mettere in crisi il sistema. Il nostro dubbio è che ci sono diversi provvedimenti e diversi atteggiamenti: se ci riferissimo solo i codici Ateco, si muoverebbero migliaia di persone in Lombardia, se si aggiungono le norme empiriche in aggiunte al decreto che consente ricongiungimenti e quindi la possibilità si muoversi fino al sesto grado di parentela, non sono in grado di prevedere quella misura empirica, ma i mezzi mi sono stati ridotti ad un quarto e questo rischia di portare al situazione in un condizione peggiore rispetto a prima, comunque non gestibile“.
Al conduttore di Rtl, che gli ha chiesto “Mi sembra di capire che Lei sta dicendo che in queste condizioni non siete in grado di fornire il servizio, lo conferma?“, Gibelli ha risposto: “Sì, lo confermo, perché i comportamenti a bordo di un mezzo in movimento sono dettati da movimenti condizionati dal piano del progettato di un mezzo“.