4 Agosto 2022

Due libri per cucinare dai frati cappuccini per cucinare con solidarietà

Due libri per cucinare dai frati cappuccini per cucinare con solidarietà. Dal salame di tonno al coniglio alla menta e il moussakas o la torta all’uva nera: due libri ricchi di menu completi creati o reinterpretati dalle famiglie di una comunità parrocchiale lombarda per raccogliere fondi a sostegno dei progetti benefici in Brasile, Costa D’Avorio, Camerun ed Etiopia. Per richiedere i volumi: tel. 02 334930343 – email missioniestere@missioni.com www. missioni.org E’ il 2005 quando il cappuccino Fra Mauro Miselli, all’epoca Direttore del Centro Missionario di Piazzale Cimitero Maggiore 5 a Milano, decide di pubblicare per la prima volta un ricettario a fini benefici. L’intento è quello di celebrare il valore della convivialità, da sempre sinonimo di incontro, dialogo e fraternità, e allo stesso tempo raccogliere fondi a sostegno delle opere dei confratelli in terra di missione. Padre Mauro chiese aiuto agli amici della chiesa dello Spirito Santo a Santa Corinna, frazione di Noviglio (Milano) e dopo mesi di intenso lavoro vide la luce “Ricette intorno al camino” (pp.299, Editrice Velar, 2005), un originale libro delle migliori ricette preparate dalle famiglie di credenti in 25 anni di cene comunitarie intorno al grande camino del salone parrocchiale. Ebbe molto successo tanto che poi ne uscì un’edizione aggiornata “Ricette intorno al camino- seconda ristampa”. Ora i Frati Cappuccini del Centro Missionario lo ripropongono insieme ad un altro manuale uscito alcuni anni dopo ,“Nuove ricette intorno al camino-secondo volume”(pp. 348, Editrice Velar, 2010), anch’esso completo di menu veri e propri, dall’antipasto al dolce, adatti in ogni stagione e all’insegna della gioia della condivisione, secondo il carisma francescano. Alcune ricette sono tipicamente estive e originali come il salame di tonno. Nei libri si possono trovare ricette di ogni tipo, anche regionali ed etniche, dalle classiche, come gli spaghetti alle vongole o il risotto con i carciofi, fino a quelle più particolari, quali il coniglio alla menta o la torta all’uva nera. Le sezioni dedicate ai piatti regionali e alle specialità dal mondo, presenti nel secondo volume, sono state inserite per dare l’opportunità a tutti di misurarsi con prelibatezze quali il baccalà alla veneta o il moussakas, il pasticcio di melanzane e carne di origine greca. Fra Mauro Miselli, ora alla guida della comunità francescana che opera a Milano a Santa Maria alla Fonte (conosciuta come ‘Chiesa rossa’, sui Navigli) sottolinea: “Ogni ricetta può essere differente rispetto alla versione canonica e più conosciuta: spesso infatti si tratta di varianti tramandate di generazione in generazione e adottate nel tempo dalla famiglia dell’autore”. L’attuale direttore del Centro Missionario di Piazzale Cimitero Maggiore 5, padre Marino Pacchioni spiega che le offerte andranno interamente a sostenere le opere dei confratelli in Brasile, Costa D’Avorio, Camerun ed Etiopia. I Frati Cappuccini Missionari gestiscono conventi, centri di formazione alla vita religiosa, parrocchie, scuole, strutture sociali, ospedali, lebbrosari, centri di accoglienza, cooperative di lavoro, etc., al servizio di tutte le etnie e le persone di ogni religione. Intervengono anche in Italia nei casi di improvvisa ed estrema necessità, come fu per il terremoto del 2016. Ancora oggi infatti portano avanti iniziative benefiche per soccorrere le famiglie e le imprese umbre e delle Marche che persero tutto. I Frati fanno foto di povertà, non percepiscono stipendi come il clero e quindi gli stessi conventi in Italia si mantengono con le offerte. Per richiedere i libri: tel. 02 334930343 – email missioniestere@missioni.com I due volumi insieme costano €18,00, mentre un volume singolo costa €10,00. Ecco un esempio di ricetta leggera e gustosa perfetta per i mesi più caldi dell’anno: Salame di tonno Ingredienti 1 scatola di tonno da 200g 2 uova intere 3 cucchiai di parmigiano grattuggiato 3 cucchiai di pane grattuggiato Preparare Frullare finemente il tonno sgocciolato e aggiungere gli altri ingredienti. Travasare il composto ottenuto su un foglio di carta da forno, creare la forma di un salame e chiudere bene il tutto. Cuocere in forno per circa 20 minuti. Lasciar raffreddare e tagliare in fette sottili da guarnire con maionese. Se si preferisce è possibile cuocere il salame in acqua bollente, dopo averlo avvolto in un foglio di alluminio ben chiuso per 20 minuti. Centro Missionario Frati Cappuccini di Milano L’Ordine religioso dei Frati Cappuccini opera da oltre 450 anni secondo la Regola di San Francesco: “…vivere in obbedienza, in castità e senza nulla di proprio e seguire la dottrina e l’esempio del Signore nostro Gesù Cristo”. I Frati sono al servizio in particolare dei più poveri e bisognosi, riconoscendo che in loro si incarna la figura di Cristo, e trasformano la donazione di sé completa e gratuita in un mezzo privilegiato per la diffusione della pace e dell’amore tra gli uomini. Accoglienza e laboriosa generosità sono lo stile di vita dei conventi. Il Centro Missionario di Piazzale Cimitero Maggiore 5 a Milano si occupa del sostegno alle missioni e coordina l’attività di animazione missionaria della Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Lombardia, che conta attualmente oltre un centinaio di missionari presenti in varie nazioni dei diversi continenti: Brasile, Costa d’Avorio, Camerun, Thailandia, Etiopia, Emirati Arabi, India. I Frati italiani missionari sono circa 20 e gli altri sono originari dei Paesi di missione. Dove passano i Frati Cappuccini Missionari nascono conventi, centri di formazione alla vita religiosa, parrocchie, scuole, strutture sociali, ospedali, lebbrosari, centri di accoglienza, cooperative di lavoro, etc., dove sono accolti famiglie, adulti e bambini di ogni credo religioso. E la vita ritrova la speranza.

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WeWorld: in Italia le persone con background migratorio si sentono estromesse dalla discussione pubblica

WeWorld: in Italia le persone con background migratorio si sentono estromesse dalla discussione pubblica e provano sfiducia verso le istituzioni. Lo evidenzia l’indagine condotta dalla ONG all’interno del progetto europeo SHAPE. Le persone con background migratorio non sono coinvolte nella discussione pubblica e sono fortemente sfiduciate verso le istituzioni italiane. A evidenziarlo la ricerca condotta da WeWorld, organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 25 paesi del mondo compresa l’Italia nell’ambito del nuovo progetto SHAPE – SHaring Actions for the Participation and Empowerment of migrant communities and Local Authorities – finanziato da bando europeo AMIF (Transnational Actions on Asylum, Migration and Integration). In Italia oggi vivono 5 milioni di cittadini stranieri e un milione e 250mila persone cittadine italiani con background migratorio. WeWorld, in collaborazione con IRS, ha raccolto le opinioni di diverse persone con background migratorio sulle loro esperienze di partecipazione alla discussione pubblica e politica. Dallo studio emerge che i cittadini di origine straniera non si sentono né rappresentati adeguatamente né coinvolti nelle decisioni pubbliche, anche e soprattutto quelle che li riguardano. Una delle questioni più sentite è il tema della cittadinanza (nel 2020 solo 131.803 persone hanno ottenuto la cittadinanza italiana, a fronte di una popolazione straniera residente in Italia di circa 5 milioni di persone) e, collegato a questo, il diritto di voto. Tutto ciò non fa che aumentare la mancanza di fiducia nelle istituzioni italiane, come emerge dallo studio di WeWorld. Eppure poter esprimere le proprie istanze, venire ascoltati e riconosciuti aiuterebbe nella formulazione di politiche di integrazione più attente e rispondenti ai reali bisogni. Politiche più efficaci per contrastare il rischio di esclusione sociale che riguarda il 42% dei cittadini non comunitari e la grave deprivazione materiale che riguarda il 15%. “È necessario mettere le persone con background migratorio nelle condizioni di poter partecipare alla vita della comunità di cui fanno parte, coinvolgendoli nella discussione pubblica e nei processi decisionali – spiega Elena Caneva, responsabile Centro Studi di WeWorld – Sono persone che vivono ormai in Italia da molti anni o vi sono nati, che partecipano attivamente alla vita economica e sociale del paese e che vorrebbero sentirsi parte a tutti gli effetti, esprimendo le proprio istanze in un dialogo e confronto diretto (e non mediato, come spesso accade) con le istituzioni. Nell’indagine emerge un problema di fiducia verso le istituzioni italiane – la maggior degli intervistati dichiara di aver paura di accedere ai servizi locali e non crede che i propri bisogni possano trovare una risposta adeguata (ad esempio, in alcuni casi preferiscono tornare nei loro Paesi per motivi di salute). È in questo contesto che nasce il progetto SHAPE che ha come obiettivo quello incentivare la partecipazione delle comunità migranti nei processi democratici e nell’ideazione e implementazione di politiche di integrazione a livello locale, nazionale e comunitario delle comunità migranti. Un progetto europeo che si svolge in 3 diversi Stati di confine – ovvero Italia, Ungheria e Croazia, in cui l’opinione pubblica appare particolarmente negativa nei confronti dei migranti – in altri 2 Stati leader per quanto riguarda la partecipazione dei migranti al processo democratico, Germania e Portogallo. Per capire le azioni necessarie da mettere in atto, il 21 luglio i partner di progetto hanno presentato i risultati delle analisi condotte nei singoli Paesi durante il webinar “SHAPE The Society We Want”, dimostrando quanto sia cruciale la partecipazione e il coinvolgimento nella vita democratica delle comunità migranti. L’analisi è stata realizzata attraverso una metodologia comune in tutti e cinque i paesi grazie al contributo di IRS, Istituto per la Ricerca Sociale riconosciuto a livello internazionale, che ha curato la parte sui focus group, e sarà la base da cui partiranno le attività di capacity buiding per le comunità migranti. Sono stati ascoltati i bisogni di comunità migranti e persone con background migratorio riguardo a cinque tematiche centrali per condurre una vita piena e soddisfacente: abitazione, istruzione, salute, lavoro e gender mainstream. L’analisi condotta da WeWorld sulla base dei dati disponibili in letteratura evidenzia in particolare alcune questioni: Nonostante in passato ci siano stati tentativi di creare meccanismi consultivi nazionali volti a favorire la partecipazione dei migranti alla cosa pubblica, gli effetti sono stati irrilevanti. La partecipazione politica in senso stretto, intesa come possibilità di votare e candidarsi alle elezioni, è legata all’ottenimento della cittadinanza. È nella struttura sindacale che i migranti hanno trovato il loro principale canale di partecipazione politica intermedia e, soprattutto, di mobilitazione politica. 1 lavoratore migrante su 2 è iscritto a un’associazione sindacale, mentre il dato si ferma al 34% (1 su 3) per i lavoratori italiani (IDOS, 2020). Ma non è sufficiente. Le persone con background migratorio vivono la partecipazione civica soprattutto a livello locale, dove sentono che i loro bisogni primari sono valutati più da vicino. È proprio nelle forme meno convenzionali che la partecipazione vede maggiore fermento e vivacità. In Italia, le persone con background migratorio non avendo una voce propria e soprattutto uno spazio per rivendicare i propri bisogni e necessità, vedono le proprie istanze portate avanti da stakeholders della società civile. Il Terzo settore in questo contesto sopperisce un vuoto politico. Nel 2020, erano 931 le associazioni e gli enti privati iscritti al registro associazioni migranti che operavano per i cittadini con background migratorio in Italia: cooperative sociali, scuole, università, centri di ricerca, aziende private, strutture sanitarie, enti religiosi, ecc. Un database del Ministero del Lavoro compilato su base volontaria dalle associazioni conta attualmente 1.149 associazioni registrate. La maggior parte delle associazioni sono plurinazionali, ma i dati suggeriscono anche che le comunità di lunga data, che hanno creato reti nel corso del tempo, si sono impegnate maggiormente nelle associazioni e sono più propense a partecipare alla società civile.

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Siccità: a Milano acqua depurata per innaffiare il Parco Nord

Siccità: a Milano acqua depurata per innaffiare il Parco Nord. Gruppo CAP ha realizzato un impianto dedicato per portare acqua depurata al Parco Nord per contribuire al risparmio idrico e preservare uno dei polmoni verdi della città. La morsa della siccità non accenna a diminuire, il settore agricolo lamenta danni sempre più ingenti e decine e decine di Comuni hanno emanato ordinanze per limitare l’impiego della risorsa idrica per innaffiare campi e parchi. Ecco perché, a partire da questa settimana, Gruppo CAP, il gestore del servizio idrico della Città metropolitana di Milano, fornirà acqua depurata per innaffiare il Parco Nord di Milano, grazie a un impianto dedicato realizzato appositamente dall’azienda pubblica. Se infatti fiumi e torrenti sono in secca da mesi, l’acqua depurata costituisce una riserva preziosa per contribuire all’approvvigionamento idrico in moltissimi ambiti. Presso i depuratori, infatti giunge un flusso continuo di acque reflue, che possono – e sempre più devono – essere riutilizzate. Una “scorta” super controllata, sicura e sempre disponibile, anche nei periodi di siccità. In Italia il riutilizzo idrico diretto interessa oggi solo il 4% delle acque reflue prodotte, perché la normativa che lo disciplina è molto stringente. L’Europa, tuttavia, ha disposto un nuovo regolamento, che semplifica i parametri, differenziandoli anche in ragione delle diverse coltivazioni a cui l’acqua potrebbe essere destinata. Non solo: oltre a essere una riserva idrica, il sistema degli impianti di depurazione consente di produrre acqua arricchita da nutrienti per le colture, come fosforo e azoto. Grazie alla tecnologia di cui sono dotati gli impianti è anche possibile determinare precisamente la quantità di queste sostanze da lasciare nelle acque depurate. La normativa europea verrà recepita nel giugno del 2023. Ma nel frattempo sono molte le sperimentazioni che si stanno attuando. Gruppo CAP gestisce 40 impianti di depurazione nel territorio della Città metropolitana di Milano. Tra questi, 20 rilasciano le acque, una volta perfettamente depurate, nei corsi d’acqua che vanno poi a sfociare, dopo il loro naturale percorso, nei mari. 17 impianti offrono un riutilizzo indiretto di parte delle acque depurate (circa il 30%), versando l’acqua nei canali dei consorzi irrigui. Infine, 4 la riutilizzano direttamente: quello di Assago fornisce al Comune acqua per il riuso civile (come il lavaggio delle strade), quello di Basiglio la riutilizza per il verde cittadino, Peschiera che la immette nei campi agricoli e Bresso che, appunto, fornirà acqua depurata al Parco Nord. Gruppo CAP Gruppo CAP è la realtà industriale che gestisce il servizio idrico integrato sul territorio della Città metropolitana di Milano secondo il modello in house providing, cioè garantendo il controllo pubblico degli enti soci nel rispetto dei principi di trasparenza, responsabilità e partecipazione. Attraverso un know how ultradecennale e le competenze del proprio personale coniuga la natura pubblica della risorsa idrica e della sua gestione con un’organizzazione manageriale del servizio idrico in grado di realizzare investimenti sul territorio e di accrescere la conoscenza attraverso strumenti informatici. Per dimensione e patrimonio Gruppo CAP si pone tra le più importanti monoutility nel panorama nazionale. Nel 2022 si è aggiudicato il premio Top Utility Ten Years come Utility italiana più premiata negli ultimi dieci anni.

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Progetto Sicurezza Milano Metropolitana: a due anni dall’avvio sono 130 i dispositivi IoT installati sulle strade provinciali

Progetto Sicurezza Milano Metropolitana: a due anni dall’avvio sono 130 i dispositivi IoT installati sulle strade provinciali. L’ultimo upgrade tecnologico punta a rendere il monitoraggio delle piazzole di sosta sempre più smart.  Grazie all’implementazione di un innovativo sistema di analisi video, basato su Intelligenza Artificiale e Machine Learning, le videocamere attive sulle 61 piazzole di sosta sono ora in grado di segnalare presenze di fumo e neve sulla strada e attivare interventi immediati. A due anni dall’avvio, il Progetto Sicurezza Milano Metropolitana – il piano pluriennale di interventi tecnologici per la sicurezza stradale di Città Metropolitana di Milano – raggiunge quota 130 dispositivi attivi sulle principali vie di collegamento provinciali: tutti sistemi IoT gestiti in cloud che dialogano con la piattaforma Titan di Safety21 in dotazione alla polizia Locale. Il recente upgrade tecnologico del Progetto Sicurezza Milano Metropolitana punta a rendere il monitoraggio delle piazzole di sosta sempre più smart, grazie all’integrazione, nei 61 sistemi di videosorveglianza attiva presenti sulle tratte controllate, di funzionalità aggiuntive basate su sistemi di analisi video per la rilevazione di fumo ed eventi atmosferici d’impatto sulla viabilità. Si tratta di soluzioni intelligenti connesse che permettono un facile e diffuso monitoraggio del territorio attraverso la rete di videosorveglianza già presente e che rappresentano una soluzione concreta per gestire le conseguenze derivanti dai cambiamenti climatici sempre più attuali. “Attraverso flussi di dati, immagini e video, la Città Metropolitana di Milano sta realizzando, passo dopo passo, quello che ad oggi è uno dei più grandi piani integrati di sicurezza stradale in chiave smart city d’Europa”, spiega la vicedirettrice generale Maria Cristina Pinoschi. I sistemi di videosorveglianza attivi, che già oggi consentono di individuare e registrare movimenti sospetti, sanzionando i cittadini che utilizzano le aree di sosta per scaricare rifiuti o oggetti, vengono ora dotati di SmoCam e SnowCam: innovativi sistemi tecnologici di analisi video basati su algoritmi e applicazioni di Intelligenza Artificiale per l’allerta tempestiva di intervento in caso di focolai di incendio e neve, sviluppati da WaterView, società specializzata in servizi per la raccolta e l’analisi di Big Data nel campo dell’idro-meteorologia e integrati con la piattaforma Titan di Safety21. “In una smart city metropolitana la tecnologia potenzia interconnessioni e servizi, creando un territorio in grado di dare risposte innovative, efficaci e sostenibili a fenomeni presenti e a variabili inattese, come quelle ambientali, cruciali soprattutto quando si parla di sicurezza. Il potenziamento dei servizi di videosorveglianza con i software SmoCam e SnowCam integrati con la piattaforma Titan di Safety21, che di fatto creano un’evoluzione della tecnologia nella tecnologia, risponde ai requisiti sempre più elevati che il Progetto Sicurezza Milano Metropolitana impone per la tutela delle persone, dell’ambiente e della viabilità nel complesso” – dichiara Gianluca Longo CEO di Safety21. La soluzione di analisi video SmoCAM, attraverso le riprese delle videocamere consente di rilevare e segnalare la presenza di fumo arginando la propagazione di incendi con danni a persone e territorio, oltre alla scarsa visibilità sulla strada. SmoCAm, che identifica la presenza di pennacchi di fumo, si basa su tecniche di visione artificiale all’avanguardia, metadati e applicazioni di Machine Learning che garantiscono l’accuratezza del rilevamento e la capacità del sistema di distinguere, correttamente, ad esempio, le immagini di fumo da quelle di nebbia. Il sistema SnowCAM, alimentato da tecnologie di computer vision avanzate è invece ottimizzato per elaborare grandi quantità di immagini in breve tempo e consente di rilevare presenza e quantità del manto nevoso sulla pavimentazione stradale in tempo reale. I sistemi si attivano al superamento di parametri predefiniti che definiscono le soglie di rischio al manifestarsi del fenomeno e attraverso la piattaforma Titan di Safety21, modulo TitanVDS, inviano segnalazioni in tempo reale all’ente contenenti: video clip dell’evento identificato, dati descrittivi del fenomeno (quantità percentuale di copertura del fenomeno), dati sulla localizzazione (posizione della telecamera, nome e posizione della strada) e nel caso del fumo, anche una stima della distanza del punto di propagazione. Un insieme di informazioni che consentono all’autorità competente di identificare e controllare in tempo reale i rischi legati alla presenza di fumo nell’area e al possibile propagarsi di incendi particolarmente frequenti in questo periodo estivo, alla scarsa visibilità o alla scivolosità delle strade in inverno e a pianificare al meglio le operazioni di intervento. L’upgrade tecnologico, grazie all’approccio di economia circolare alla base dell’innovazione di questi sistemi, sposa inoltre obiettivi di sostenibilità: i software di analisi video per la rilevazione di fumo e neve consentono di fare evolvere, dall’interno, le funzionalità della tecnologia di videosorveglianza già presente sul campo senza dover ricorrere a ulteriori installazioni di dispositivi nelle aree interessate. Tutti gli aggiornamenti sull’evoluzione del Progetto Sicurezza Milano Metropolitana sono disponibili sul sito dedicato: https://progettosicurezzamilanometropolitana.it/

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