Commercialisti: Europa post pandemia, il programma della commissione EU per il 2022. Il Consiglio europeo per l’innovazione ha selezionato 65 start-up e PMI innovative di 16 paesi, tra cui figurano anche due italiane, che riceveranno 363 milioni di euro di finanziamenti, tra sovvenzioni e investimenti azionari, per mettere a punto e sviluppare su più ampia scala innovazioni pionieristiche in diversi settori. Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato informativa-periodica_internazionale “Attività Internazionale”, una analisi approfondita sulle misure economiche adottate in ambito europeo ed internazionale per contrastare la pandemia. Il Consiglio europeo per l’innovazione ha selezionato 65 start-up e PMI innovative di 16 paesi, tra cui figurano anche due italiane, che riceveranno 363 milioni di euro di finanziamenti, tra sovvenzioni e investimenti azionari, per mettere a punto e sviluppare su più ampia scala innovazioni pionieristiche in diversi settori. Nell’ambito del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, l’Italia ha notificato alla Commissione un regime di 31,9 miliardi di euro a sostegno delle imprese colpite dal coronavirus e dalle misure restrittive che il governo italiano ha dovuto attuare per limitarne la diffusione, il regime includerà, tra gli altri, anche aiuti sotto forma di esenzioni e riduzioni fiscali; crediti d’imposta; e sovvenzioni dirette. La Commissione europea ha presentato nei giorni scorsi il suo programma di lavoro per il 2022, definito per sostenere la ripresa dell’Europa post pandemia, accelerare la duplice transizione verde e digitale e costruire una società europea più equa e resiliente, il programma illustra le iniziative che la Commissione prevede di realizzare il prossimo anno per tradurre in risultati concreti gli orientamenti politici e dare seguito al discorso sullo stato dell’Unione 2021 pronunciato a settembre scorso. La Commissione europea ha recentemente adottato un pacchetto di aggiornamento della normativa UE in ambito bancario, necessario affinché questo settore possa continuare a essere una fonte di finanziamento affidabile e sostenibile per l’economia dell’UE e sia pronto per il futuro; infatti, incorporando le valutazioni del rischio ESG, le banche saranno meglio preparate e tutelate per affrontare le sfide future, come i rischi climatici.