Questa notte i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano nei confronti di due italiani, di 36 e 45 anni, ritenuti responsabili di tentato omicidio commesso in piazza Gasparri nella mattinata dell’11 settembre scorso.
Le indagini, dirette dal Dr. Roberto Fontana della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e condotte dalla seconda Sez. del Nucleo Investigativo, hanno permesso di accertare che lo scontro a fuoco era scaturito da una lite avvenuta poco prima e che aveva provocato il ferimento di uno dei due. Ulteriori dettagli verranno divulgati nel corso della conferenza stampa che si terrà alle ore 12 presso la sala stampa del Comando Provinciale di Milano, in via della Moscova 19/21.
Non è stato semplice per i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano penetrare quel clima di reticenza e timore di ritorsioni che celava la verità su quanto accaduto in piazza Gasparri.
Mesi d’indagini hanno permesso di ricostruire, attraverso testimonianze e immagini riprese dalle telecamere di zona, una vicenda complicata che, a distanza di breve tempo, ha visto il verificarsi di ben due aggressioni consecutive.
La prima, alle ore 10.20, quando Peter M. di 45 anni, con un vestito scuro (jeans e maglietta nera), ha provato ad accoltellare Claudio P. di 36 anni nei pressi di piazza Gasparri. La seconda, circa mezz’ora dopo, quando lo stesso Peter M., avvicinandosi al bar El Tabache a bordo di uno scooter, ha fatto fuoco verso Claudio P. con una pistola calibro 7,65. Ne è nato un conflitto a fuoco, in cui secondo la ricostruzione dei Carabinieri sono stati esplosi almeno 12 colpi, con Claudio P. che in risposta ha sparato al suo aggressore con una pistola a tamburo.
I due soggetti, arrestati la scorsa notte in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Milano, si sono rifiutati di spiegare i motivi dell’accaduto. Entrambi sono pluripregiudicati e Peter M., in particolare, era stato condannato a 3 anni e 8 mesi per detenzioni abusiva di armi nell’Operazione Infinito del 2010 contro ‘ndrangheta calabrese e cosche milanesi collegate.