Facebook può cancellare i post e i profili no vax. La decisione non è del colosso di Mark Zuckerberg, ma di un tribunale lombardo. Il tribunale di Varese infatti ha stabilito con l’ordinanza 1181 che cancellare i post e sospendere i profili No Vax non rappresenta una violazione della libertà di pensiero. Il caso specifico su cui si è espresso la corte riguardava una donna che aveva pubblicato un video di una parlamentare che definiva i vaccini come iniezioni letali. La donna a questo punto si è rivolta al tribunale sostenendo che il contratto firmato con Facebook contenesse clausole che ledevano la sua libertà di espressione che sarebbe garantita dall’articolo 21 della Costituzione. Perché per chi si fosse distratto bisogna ricordare che ogni piattaforma online ci fa firmare un contratto, solo che noi di solito non lo leggiamo perché non abbiamo voglia e tempo di sentirci stupidi mentre leggiamo testi di cui capiamo poco. E così, come doveroso, il tribunale ha preso in mano il caso. Solo che la signora ha avuto la peggio, visto che secondo il giudice il contratto con Facebook rispetta in pieno la legge che a sua volta prevede delle limitazioni alla libertà di espressione. Il rischio per la salute pubblica è infatti un tema ancora molto serio nonostante sia di fatto ignorato dall’agenda politica: la scorsa settimana anche il Sole24Ore ha sottolineato come la questione sanitaria sia improvvisamente scomparsa dall’agenda politica nonostante il mancato completamento delle riforme annunciate e una pandemia che fa sentire i suoi effetti, oltre che le nuove arrivate come il vaiolo delle scimmie. Per adesso però la Lombardia si conferma patria dei diritti, pure quelli che limitano alcune libertà o presunte tali, e nei suoi tribunali si è stabilito un principio che riteniamo una vittoria: Facebook può cancellare i post e i profili no vax.