Perché non accettare una mano sul PNRR? In questi giorni si sono rivelati molti abbagli dai quali sembravamo tutti destinati a non riprenderci più. Il primo e più grande è quello del governo Draghi: per quanto i renziani e affini abbiano riempito i giornali di amici, l’incubo draghiano si sta rivelando per quello che è: una bolla mediatica. Il metodo Draghi (grazie agli dèi ci siamo libertati del mantra “agenda draghi”) è stato archiviato da un governo forte politicamente: come ha detto pubblicamente Giorgia Meloni, il super uomo che aveva messo in piedi il governo dei migliori del Paese ha lasciato 30 obbiettivi su 5o da completare entro il mese. Cioè quello incensato da tutti come il super italiano, perfetto più di chiunque, non ha svolto nemmeno la metà del lavoro che doveva fare. E pensare che nessuno si poteva permettere di dire “a” senza essere investito da un mostro mediatico ben peggiore di quello che ha resto potente Matteo Salvini. I giornalisti erano tutti muti e allineati, tranne pochissime voci che si permettevano di sottolineare che forse, per carità in ultima istanza e dicendolo da sotto i piedi dell’Altissimo, ma forse pure Draghi poteva avere qualche difetto. Ora che quel parlamento di imbelli involucri di pensione assicurata si è rinnovato, sembra che la verità possa essere detta senza essere ostracizzati. Draghi e i suoi non hanno agito tanto meglio di quelli prima. E probabilmente neppure di quelli dopo, visto che questi devono rendere conto di cosa fanno, mentre Draghi e i suoi erano intoccabili e ingiudicabili in quanto migliori di tutti. Roba che non si vedeva dalle dittature di inizio Novecento, lo diciamo come attestato di stima eh. Perché raramente qualcuno sa elevarsi sopra gli altri dando la responsabilità a tutti e tenendosi tutti i poteri. Ora sul PNRR non c’è da trattare, Meloni non si illuda. E non bisogna nemmeno per non perdere ancora credibilità con gli alleati europei. Bisogna agire insieme. Non possiamo pensare di mandare avanti un piano con le solite regole. Se un semplice funzionario comunale teme di mettere un timbro perché un qualunque giudice di pace può sbatterlo in galera, allora non andiamo da nessuna parte pure se prorogano il PNRR al duemilamai. Inoltre fallire l’occasione vorrebbe dire uccidere l’Europa, perché era il primo esperimento di debito comune. Allora Perché non accettare una mano sul PNRR? Coinvolgere tutti. Per una volta lavorare insieme, senza le solite divisioni ufficiali tra aziende e sindacati, nord sud ovest est eccetera. Tanto quanto si tratta di soldi, vedasi i fondi interprofessionali, sindacati e aziende lavorano benissimo insieme. Dunque perché non farlo sul resto?