Sanità, Giuliano (Ugl Salute): “I cittadini bocciano il SSN. Investire sugli operatori per il rilancio”. “Sono i cittadini stessi a certificare il fallimento dell’attuale SSN”. Queste le parole con cui Gianluca Giuliano. Segretario Nazionale della Ugl Salute commenta quanto emerso dal “Rapporto civico sulla salute, diritti dei cittadini e il federalismo in sanità” presentato da Cittadinanzattiva. “Credere che la colpa dell’avvenuta implosione sia riconducibile solo all’emergenza per il Covid servirebbe ad assolvere i colpevoli dello scempio. Per anni la sanità ha subito la scure dei tagli imposti indiscriminatamente dalla politica con il risultato di non avere avuto a disposizione le armi adatte per affrontare un evento drammatico come la pandemia. I tempi di attesa per le prestazioni, molte delle quali salvavita, si sono dilatati per diventare in alcuni casi biblici. E così spesso gli italiani hanno addirittura rinunciato a curarsi e fare prevenzione”. Le cause sono chiare. “La nostra richiesta, invocata da tempo, di sblocco totale del turn-over per assumere operatori sanitari con le garanzie di contratti a tempo indeterminato non è stata ascoltata e solo ora che il virus ha messo a nudo le criticità si è cercato di intervenire, ma senza un reale piano di rifondazione. È evidente come non ci sia progettualità, non ci sia volontà di cambiare la faccia al SSN investendo prima di tutto sugli operatori sanitari con nuove assunzioni e portando gli stipendi dei professionisti italiani al pari della media europea. Tutto questo, ed è un altro allarme che lanciamo da tempo, ha determinato ad una fuga operatori verso altre nazioni”. L’attenzione del Segretario Nazionale si sposta poi sulle strutture. “Chiudere poli sanitari storici e funzionali, penso ad esempio al Forlanini di Roma, è stato un boomerang assoluto. E quelli ancora in funzione sono in costante sofferenza con i Pronto Soccorso che non riescono a smaltire il flusso di pazienti come dimostrato dai tanti casi di ambulanze ferme in attesa per ore, se non per giorni, prima di poter scaricare i pazienti. Ecco perché nel nuovo SSN che la Ugl Salute immagina ci sarà bisogno di una medicina territoriale al passo dei tempi, con case ed ospedali di comunità che dovranno garantire la prima assistenza e le cure ai cittadini”. Giuliano conclude: “L’impegno che chiediamo è quello di una ricostruzione del SSN che si fondi sugli operatori sanitari per poter così garantire ovunque, da nord a sud, la stessa qualità di prestazioni ed il giusto diritto alle cure”.
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