Caso camici: il M5S vuole la testa di Bongiovanni. Non basta che il dirigente sia stato scaricato dalla giunta che lo ha rimosso dopo il controverso caso dei 75mila camici che dovevano essere venduti alla Regione dalla ditta del cognato e della moglie del presidente lombardo Attilio Fontana. Mentre proseguono le indagini sull’acquisto trasformato in donazione e sui conti esteri dello stesso Fontana, il Movimento 5 Stelle punta ad ottenere definitamente la testa di Filippo Bongiovanni. Non è sufficiente la rimozione, vogliono il suo allontamento definitivo da Regione. Ecco come si è espresso Massimo De Rosa, capogruppo pentastellato lombardo: “Innocenti fino a prova contraria, però, la politica, soprattutto oggi, meriterebbe di essere più credibile. Al contrario i lombardi, con questa Lega al comando, devono assistere alla nomina di personaggi indagati. È il momento di inviare messaggi chiari alla nostra regione e non ricollocare e promuovere l’ex manager di ARIA S.p.A. Filippo Bongiovanni. La Lega proprio non ce la fa e cade sempre negli stessi errori. Per il M5S le nomine nelle istituzioni pubbliche devono essere sempre al di sopra di ogni sospetto anche per restituire credibilità alla politica. Apprendiamo inoltre, con divertimento assoluto, che, invece, dalla Lombardia sono andati in Veneto a pescare il nuovo direttore generale di ARIA. Forse Fontana chiederà a Lorenzo Gubian di aiutarlo a capire dove ha sbagliato in Lombardia. Certo ci vuole un miracolo per trasformare Fontana in Zaia. In ogni caso è rottura in casa Lega, Salvini si allontana da Zaia e Fontana si allontana da Salvini imitando il modello Zaia. Milano Marittima dà alla testa”.
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