Case popolari usate come set senza che nessuno intervenga

Case popolari usate come set senza che nessuno intervenga

“Ci siamo informati, questo è suolo pubblico. Quindi possiamo farci quello che vogliamo”. Firmato lo Stanley Kubik della Brianza. Sono due giorni che nel cortile delle case popolari di via Rizzoli, ai civici dal 73 all’87 il pomeriggio i condomini perdono serenità e cortile condominiale. Un nutrito gruppo di aspiranti attori/registi/influencer ha infatti deciso che il teatro della loro prossima fatica artistica deve essere là, tra gli alberi, nel parcheggio. E così hanno allestito il set, con tanto di telo nero e sono partite le riprese, come sfondo, le case popolari.

Ciack, si gira. E poco importa se in mezzo ci finiscono condomini senza alcun consenso fornito o se il regolamento di condominio vieta schiamazzi alle 15. Quello, dicono, è spazio pubblico e loro possono appropriarsene senza problemi. Ma sarà proprio così? I condomini non sono proprio convinti:

“Ma quale spazio pubblico, nel contratto di assegnazione, firmato nel 1983, con la casa è previsto il posto auto, è segnato chiaramente. Purtroppo non siamo mai riusciti a far chiudere l’accesso, è vero, ma questo non significa assolutamente che chiunque possa passare di qua e rendere la vita impossibile a tutti. Siamo anziani qui, non possiamo chiuderci in casa solo per le velleità artistiche di qualche ragazzino” dice un condomino furioso.

Ragazzini che, peraltro, non hanno avuto alcuna remora a minacciare il portiere. E quindi non proprio innocui. E le autorità? Non pervenute. Non ci sarebbe nessuna emergenza, a detta loro. Il fatto che il custode sia stato bersaglio di parole pensanti e non equivoche intimidazioni non pare rientrare nel novero delle emergenze. Sarà. Di sicuro c’è un problema a monte. Ancora una volta essere inquilini di case popolari in periferia significa essere cittadini di serie B.

Ed essere cittadini di serie B in questa cittadini implica essere lasciati soli davanti al degrado. Almeno finché la situazione non esplode. E ci si trova con centinaia di giovani da gestire in assetto antisommossa…