Anche la Corte di Cassazione ha confermato quanto già espresso dalle sentenze di primo e di secondo grado, ossia che il centro culturale islamico milanese di via Cavalcanti non ha i requisiti per essere destinato a luogo di culto con relativa condanna penale per i responsabili. La condanna è stata emessa per abuso edilizio in quanto la presenza di un luogo di culto, all’interno di un immobile che non ha quella destinazione d’uso, costituisce non solo un’illiceità dal punto di vista amministrativo, ma anche un reato penale.
Soddisfatto Presidente del Municipio 2, Samuele Piscina, secondo cui la condanna “evidenzia ancora una volta quanto dicevamo da tempo: quella moschea abusiva deve chiudere“. “Le regole vanno rispettate da tutti, anche dalla comunità musulmana. – prosegue Piscina – Non si può infatti tollerare che un luogo adibito a magazzino senza vie di fuga o condotti di areazione venga utilizzato come spazio di ritrovo da centinaia di persone o addirittura come sede di una sorta di scuola estiva per bambini musulmani. Tutto ciò ovviamente alimenta i rischi per la sicurezza delle persone che usufruiscono abusivamente di questo spazio, a partire dai più piccoli e da tutti i cittadini residenti nello stabile. Una situazione lasciata totalmente allo sbando dall’amministrazione comunale che ora è chiamata a intervenire al più presto per ristabilire legalità e sicurezza nel quartiere”.
“Sala e il PD, – accusa l’esponente della Lega – nonostante fossero consapevoli di ciò che accadeva in quello stabile grazie alle segnalazioni inviate anche dal Municipio 2 e considerata l’interlocuzione costante di Palazzo Marino con l’associazione sul tema dei luoghi di culto, hanno abbandonato a sé stessi tanti cittadini onesti, facendo finta di non vedere nel nome dell’illegalità. Dopo la condanna all’imam, il Partito Democratico non può più nascondersi e la sinistra è chiamata ad agire immediatamente per porre i sigilli al magazzino che ogni giorno mette in pericolo centinaia di cittadini, come già avrebbero dovuto fare facendo rispettare la legge e i regolamenti comunali. A perdere tempo la sinistra è maestra – conclude – ma prima o poi tutti i nodi vengono al pettine”.
Dello stesso parere il Consigliere Comunale ed Europarlamentare della Lega Silvia Sardone, “Ormai è rimasta solo la sinistra a non vedere la realtà, ovvero gli abusi in serie commessi dalla Bangaldesh cultural and welfare association” ricordando che Sala “in campagna elettorale aveva promesso la chiusura di questa moschea senza poi far nulla” e che “esiste anche una legge regionale con dei paletti urbanistici ben precisi da rispettare“. “Sono stata più volte in via Cavalcanti – continua la Sardone – per confrontarmi coi residenti dello stabile che ogni venerdì vedono entrare nel loro cortile centinaia di persone per pregare in un luogo che non ha nemmeno un’uscita di sicurezza: e se scoppiasse un incendio?” si chiede la leghista. “Purtroppo – continua Silvia Sardone – quella di via Cavalcanti non è l’unica situazione paradossale e cosa ancor più grave è il fatto che l’amministrazione comunale anziché chiudere i luoghi di culto irregolari ha inserito nel Par la regolarizzazione di quattro moschee abusive a cui si aggiungerebbe l’area di via Esterle messa a bando. È assurdo – conclude – che il Comune continui a tollerare certe gravi irregolarità: multano i commercianti per il colore degli ombrelloni e lasciano che centinaia di persone si radunino in seminterrati senza alcuna norma di sicurezza?”.
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