La giornata nazionale per la Vita viene celebrata “per dire il nostro impegno a contrastare gli ostacoli, gli impedimenti, le avversità che rendono difficile vivere e generare vita: le condizioni sociali, la mentalità abortista, la paura delle responsabilità, l’insofferenza di fronte alla fatica di vivere e di prendersi cura dei fratelli e delle sorelle che chiedono aiuto”. E’ questo il messaggio che l’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha deciso di portare oggi, alla vigilia della giornata, nella sua visita al Centro di Aiuto alla Vita (CAV) che si trova alla clinica Mangiagalli.
Un messaggio che ha messo nero su bianco in una lettera rivolte alle mamme e ai papà, ai volontari e agli operatori “per invocare la libertà di vivere, la libertà di generare vita per gli uomini e le donne che si amano”. “Ci dedichiamo, là dove possiamo, all’impresa di aggiustare il mondo: tocca noi tutti insieme!” ha aggiunto monsignor Delpini, che oltre a celebrare la messa nella cappella Santi Innocenti con don Giuseppe Scalvini, ha deciso di benedire le primule, simbolo della vita nascente, e assistere alla scopertura della targa in ricordo di Paola Chiara Marozzi Bonzi, fondatrice del CAV Mangiagalli, scomparsa nell’agosto 2019.
“Celebriamo questa Giornata per far pervenire un messaggio di gratitudine alle mamme e ai papà che offrono alla loro famiglia e alla nostra società un futuro, con la loro gioia, con la loro generosità e perciò affrontano di buon animo anche prove e tribolazioni. Per questo – ha concluso – offriamo le primule che annunciano la nuova primavera”.