Piove pure. La crisi economica, la crisi climatica, la crisi pandemica. E la domenica di Zona Gialla piove pure. Una generazione così sfigata non si vedeva dai tempi di Tito. Erede di grandi, poteva essere lanciato verso un futuro brillante e invece eruzioni, rivolte, distruzioni. Una sfiga dietro l’altra. Più o meno come l’inizio degli anni Duemila. Vent’anni di sberle. Appena si iniziava a dire “però abbiamo la salute e il sorriso” siamo diventati un pianeta di lebbrosi. Chiusi dentro casa con il timore di ucciderci a vicenda per un abbraccio o un bacio. Persino lo starnuto è diventato pericoloso. Fuori non sembra andare meglio: a Roma si discute. Sembrano tutti d’accordo, ma il governo se va bene arriverà tra un paio di settimane. Perché c’è il NextgenerationEU e per gestirlo persino Salvini è disposto a governare con il Partito democratico, pure con i ministri della Lega. Però ci vuole tempo, proprio mentre tutti dicono che bisogna fare in fretta perché non ce n’è. Uno spettacolo sempre più surreale, ma forse è proprio da questi giorni di pioggia che lo spirito del tempo potrà dare il suo meglio. Forse sotto la pioggia in molti ricorderanno che “dio è nella pioggia”. Proprio quando si pensa di aver toccato il fondo, il tocco dell’acqua di una tempesta può ricordarci quanto sia profonda e vitale la forza che ci lega al pianeta. La Terra è in crisi e noi con lei. Ma forse proprio perché piove pure possiamo immaginare il momento in cui le mascherine cadranno e torneremo ad abbracciarci. Un’onda d’amore immensa dopo anni di odio e tensione crescente. Ci aspettano anni in cui non avere paure, ma prospettive. Per Milano lo sport può essere questo orizzonte, motivo per il quale i mondiali di Cortina diventano ancora più importanti: se funzionano così, nel 2026 andranno al massimo. Oggi mentre piove, pensiamo al futuro.