Circa quattromila manifestanti ‘No Green Pass’ hanno provato ad alzare il livello dello scontro con la questura, che dopo la trattativa saltata con gli organizzatori aveva previsto un percorso che evitasse luoghi sensibili all’interno della città. Nel mirino sono finiti ancora una volta i giornalisti: prima che iniziasse il corteo, due manifestanti hanno spintonato un giornalista di Fanpage in piazza Fontana, mettendogli la mano sulla telecamera, e sono stati accompagnati in questura.
La stessa troupe di Fanpage è stata poi di nuovo spintonata. In serata invece il corteo ha deviato dal percorso previsto dirigendosi invano verso la Darsena e bloccando il traffico. Non sono mancate le tensioni con gli automobilisti. Durante il tragitto alcuni manifestanti hanno portando in spalla una bara di cartone avvolta nella bandiera italiana con dei garofani sopra per celebrare “il funerale della libertà”, altri hanno indossato dei gilet gialli. Tra loro anche l’ex brigatista Paolo Maurizio Ferrari, già denunciato due settimane fa per manifestazione non autorizzata.
Per non seguire il percorso prescritto dalla Questura per il corteo di Milano, uno spezzone di circa 2.000 manifestanti no green pass oggi ha tentato diversi cambi di direzione. Sono stati più volte bloccati da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza mentre tentavano di avvicinarsi alla Darsena. Si sono divisi in vari gruppi provocando disagi al traffico e ai mezzi pubblici, bloccati o deviati. “Non senza difficoltà – spiega la Questura – , sono stati più volte bloccati dalle forze dell’ordine che sono riuscite poi a ricompattare i diversi gruppi incanalandoli verso il gruppo di circa 600 persone che aveva continuato a rispettare l’itinerario prescritto dal Questore”. Arrivati all’altezza di piazza Cinque giornate hanno girato verso largo Marinai d’Italia, per via Cadore dove sono passati accanto ai tavolini di chi stava prendendo l’aperitivo, per poi tornare nuovamente verso il centro.
Intorno alle 22,30 gli ultimi manifestanti – fa sapere la questura – sono stati fatti defluire solo dopo essere stati identificati, “viste le ripetute violazioni in ordine alle quali saranno effettuate valutazioni per sanzioni e deferimenti alla Autorità Giudiziaria”. Inoltre, “durante la fase di contenimento finale dei manifestanti, cui non è stato più consentito di muoversi, sono state ricevute richieste di soccorso per malori rivelatisi inesistenti; analogamente, alcuni manifestanti hanno contattato il numero unico di emergenza 112 per chiedere soccorso alle forze dell’ordine per “sequestro di persona”.