Il Pd milanese a un passo dalla scissione? La domanda è lecita perché negli ultimi giorni Letizia Moratti ha ufficializzato la notizia tenuta meno nascosta della Lombardia: vuole candidarsi a presidente di Regione Lombardia. Dopo un primo momento di incertezza lady Ecopass ha anche precisato che si candida per il terzo polo, formazione debole a livello nazionale, ma con percentuali a due cifre città come Milano. I leghisti come Fontana e Salvini quasi festeggiano (e non sono gli unici) per quella che appare come una virata a sinistra della loro ex vicepresidente e assessora regionale. Ma il vero dubbio è in casa Partito democratico. Da mesi si sussurra che Moratti potrebbe diventare la candidata della coalizione di centrosinistra nella versione centrista, cioè PD e terzo polo. Parte dei democratici si è infuriata, parte invece non esclude un’alleanza con la lista civica di Moratti. Diversi dirigenti locali hanno minacciato le dimissioni se si concretizzasse questa eventualità, anche se è difficile crederci perché al momento non saprebbero dove andare. Però se ci fosse un’alternativa forse non ci penserebbero troppo. Anche perché parliamo di Letizia Moratti, una donna che da decenni milita nel centrodestra. Poi è vero: senza tessere di partito. Però quello è il suo campo. Dunque il Pd milanese sembra a un passo dalla scissione, perché tanti hanno già più che digerito l’idea di sostenere la stessa donna a cui hanno contestato di tutto negli ultimi due anni. Per molti sarebbe l’occasione giusta per interrompere quello che Rosy Bindi ha definito accanimento terapeutico. E in fondo dall’accoglienza che le piazze riservano a Conte e Letta, forse si capisce dove porterebbe il movimento dei transfughi.