Lucia Lo Palo, manager e umanista, impegnata nel sociale. Lucia Lo Palo è una manager impegnata sul fronte delle ESG e nella trasformazione energetica ambientale, in piena compatibilità con l’economia e soprattutto con le istanze del futuro. Ma è soprattutto donna e madre, umanista e impegnata nella tutela dei diritti dei bambini. Si definisce essa stessa “paladina” nell’accezione più nobile del termine: nel senso cioè che non esita a gettarsi con entusiasmo nelle tematiche che le stanno a cuore, senza tentennamenti o dubbi, per raggiungere gli obiettivi di alto profilo che si prefigge. Insieme a lei i suoi collaboratori, giovani e meno giovani, accomunati dagli stessi sentimenti di solidarietà e di efficienza, si impegnano quotidianamente sul territorio di Milano e provincia.
Sostenitrice della nostra identità storica, propugna un nuovo umanesimo europeista nell’ambito dei valori cristiani. “La storia c’insegna che sono i grandi punti di rottura che spingono le persone a ripartire cambiando direzione come un’onda sinusoidale che lenta e inesorabile si ripete” ci dice come prima cosa.
Intervista a Lucia Lo Palo
Quali sono i punti di rottura cui si riferisce?
“Il covid 19 ha reso evidente la nostra fragile umanità di fronte alla potenza della natura che reagisce ai nostri tentativi di dominio arrogante e privo di prospettiva. Ma ci ha anche restituito la consapevolezza della nostra animale capacità di resistenza attraverso la scienza e l’intelligenza. L’umanità ha la grandiosa capacità di adattarsi e di reagire rialzandosi in fretta utilizzando la solidarietà e la comunità”.
Quali sono gli aspetti più significativi del suo concetto di resilienza?
“Rialzarsi significa risorgere con maggiore consapevolezza, anche spirituale, del valore rivoluzionario dell’amore verso il prossimo. Abbiamo ritrovato il valore fondamentale della famiglia, primo ed essenziale luogo d’educazione e di comunione, di costruzione della strategia individuale e collettiva per la sopravvivenza dell’umanità.”
Come fa a conciliare i suoi notevoli impegni professionali con la vita privata? Lei è anche madre di quattro figli …
“Sono proprio i miei figli la fonte principale della mia vitalità: è paradossale pensarlo, ma quando hai una famiglia numerosa, oltre ad avere perennemente un booster nei ragazzi, hai anche l’energia per seguirli ed il loro supporto stesso. E’ una piccola azienda produttiva la famiglia, dove ognuno ha i suoi precisi compiti …. Il carburante ha un solo nome: Amore”.
L’impegno nel sociale
Lei è molto impegnata nel sociale. Qual è la sua visione?
Il rispetto, come categoria assoluta, è la parola chiave per uscire dalle contraddizioni di uno sfruttamento del Creato da parte delle ragioni del profitto fine a se stesso. La visione ‘umana’, che muove me e i miei collaboratori, vuole demonizzare l’individualismo delle persone e delle nazioni; guarda alla centralità della persona e in particolare dei bambini. Non ci stancheremo mai di ripetere che i bambini sono il nostro futuro. Non è un mantra retorico, ma una nostra profonda convinzione”.
In effetti ho notato che le tutela dei diritti dei bambini è uno dei punti chiave del suo impegno sociale.
“Ho molto apprezzato l’insegnamento di don Giussani. I giovani sono l’eredità del nostro umano passaggio, la loro educazione è il nostro punto cardine, seguirli e proteggerli è la nostra priorità assoluta. Sono per noi la chiave di volta per un restart, un nuovo umanesimo europeista che sulla strada tracciata da De Gasperi, Schuman e Adenauer, restituisca speranza ai nostri sogni”.