Si chiama NextgenerationEU non Recovery Fund. Peché c’è una sottile linea tra i due nomi e i due concetti sottostanti. C’è chi lo intende come Recovery, cioè un gran bottino da spartirsi tra soliti noti. La nazione resterà esattamente uguale a prima, con la differenza che qualcuno resterà più povero e qualcuno più ricco. A questa versione stanno credendo in tanti, tant’è che all’ex premier Conte arrivarano richieste per 600 miliardi. Segno di una nazione che già in quel momento non sapeva fare sistema nonostante una serie infinita di organi di rappresentanza. Vogliono tutti il malloppo, ma i cordoni della borsa sono saldamente in mani altrui, dunque è irrealistico pensare di accaparrarselo, ma la fame di ruberia è alta. Però si chiama NextgenerationEU non Recovery Fund: l’idea non è conservativa, ma riformista, nel senso che i 209 miliardi ci vengono prestati e in parte regalati per trasformare l’Italia in una nazione moderna, uscendo da questa parodia che chiamiamo Repubblica senza motivo. Si tratta di un’oligarchia sostenuta dai giudici che hanno di fatto preso il controllo di tutto lo Stato. Un mondo in cui i ricchi sono sempre gli stessi, i notabili sempre gli stessi e la politica viene vilipesa a ogni occasione così da togliere alle persone comuni la possibilità più democratica ci tutte di cambiare classe sociale. Il NextgenerationEU è l’ultima occasione per rilanciare l’Italia e superare la palude sociale ed economica in cui è sprofondata. Chiamiamolo con il suo nome: per avere un futuro più giusto vanno usate anche le parole più giuste.