Caro Carlo,
siamo qui intorno a te con il cuore pieno di tristezza all’idea di non vederti più in questo palazzo che è stato il tuo palazzo.
Vedi, mi rendo conto sempre di più che il sindaco di Milano è eletto in un certo momento, in una data precisa, ma poi è come se dovesse farsi eleggere ogni giorno del suo mandato.
Non fanno sconti le Milanesi e i Milanesi.
Non ritengono l’essere sindaco un diritto o un privilegio, anzi.
Essere sindaco a Milano significa semplicemente essere al servizio della città.
“Uno che c’è sempre”, dicevano di te i Milanesi ed è probabilmente uno dei più bei complimenti rivolti a un sindaco di Milano.
Sì, Carlo, tu c’eri sempre per tutti.
Per chi aveva bisogno, per chi era senza lavoro, per chi aveva un problema, per chi voleva creare qualcosa, per gli industriali, per i tranvieri, per gli artisti e i teatranti.
C’eri sempre per tutti, con la tua conoscenza della città e con quella capacità tutta tua di far muovere la macchina del Comune agendo sui suoi interpreti e sui suoi meccanismi più umili e dunque più preziosi.
Tu sei stato la dimostrazione di quanto si riesce a fare se mossi da un vero ed effettivo amore per Milano.
La tua presenza è sempre stata caratterizzata da una doppia visione, che coniugava l’azione quotidiana a favore dei Milanesi e dei loro problemi con una prospettiva storica, politica e strategica della vicenda della città.
Milano ha saputo rialzarsi sempre dalle sue crisi perché ha trovato sulla sua strada persone come Carlo Tognoli.
Tu non solo hai soccorso ogni giorno i problemi dei tuoi cittadini, non solo hai dato coraggio alla città per uscire dagli anni di piombo: tu hai anche diretto la città su alcune scelte fondamentali per il suo futuro.
Penso all’attenzione che hai sempre rivolto alla cultura, allo spettacolo, ai teatri della città.
E anche il sistema dei trasporti e dei metrò ha avuto da te un impareggiabile impulso.
Se posso, tra tutte le tue scelte politiche quella che mi colpisce di più è quella ambientale: un’attenzione per il clima e l’habitat della città laica, decisa, senza eccessi.
La spinta sulla metanizzazione, l’attenzione al verde, la scelta dell’inedita chiusura del centro alle auto, sostenuta anche dal clamoroso risultato del referendum del 1985, sono atti politici, amministrativi che avevano in sé anche qualcosa di profetico.
Questa spinta al futuro è ben riassunta anche dall’immagine del più giovane sindaco della storia di Milano in giro in bicicletta per la città.
Oggi forse stiamo arrivando a una vera cultura dei milanesi in materia di mobilità dolce, tu l’avevi intuito e praticato molti anni fa.
Questa ripresa della città ha dato vita a una fase di effervescenza che sembrava aver fatto perdere a Milano il senso del suo limite, non certamente a te, ma a tanti che hanno visto in uno sviluppo senza freni e senza attenzione all’equità sociale il senso della Milano di quel momento storico.
E non furono sufficienti i richiami del cardinal Martini e di quanti intuirono che in questo sbilanciamento Milano (e con lei il Paese) rischiava di perdere molta della sua identità.
Così sono arrivati i nuovi anni bui di Milano, che hanno investito la politica.
Mi piace ricordare con quanta dignità hai difeso il tuo operato pretendendo e offrendo da subito la massima chiarezza sui tuoi comportamenti.
Il tempo e la giustizia hanno poi chiarito quanto e come la tua condotta sia stata estranea a tanti esempi negativi.
Quanta sofferenza, sia pur in una carriera politica che è continuata sugli scranni del parlamento e negli incarichi governativi, ti è costata l’eclissi del socialismo e del partito che l’ha rappresentato!
E ancora oggi la nostra città fa fatica ad affrontare con obiettività l’eredità socialista nella sua storia.
Quello che però è certo è che questa esperienza ha prodotto uomini come te, veri maestri politici della storia di Milano.
Tutto questo non può essere annegato nella pura contrapposizione a favore o contro i destini dei singoli.
Bisogna invece avere il coraggio di ripensare al socialismo, forse di ripensare il socialismo.
Non per dividersi negli steccati del noto, ma per capire quanto questa esperienza possa costruire nuove alternative democratiche, nuove visioni, nuove opportunità di un futuro che sappia unire in sé equità, sviluppo e rispetto dell’ambiente.
Io credo che questo possa essere il modo migliore per rendere omaggio a persone come te e al tuo grande contributo al futuro di Milano.
Grazie, Carlo, per quello che hai fatto per la città.
Grazie per la lezione di dignità e di coraggio che la tua vita continuerà a dare a tutti noi.
Grazie perché il tuo ricordo non smetterà mai di insegnarci ad “Amare Milano”.
Ciao