La fronda leghista: “Bolognini fa campagna per Meloni”. La composizione delle liste elettorali è stata infatti piuttosto problematica per la Lega milanese, pur essendo commissariata da anni e dunque in teoria ordinata come una caserma. Perché il commissario Stefano Bolognini non è riuscito a tacitare tutte le voci dissenzienti che visto il periodo elettorale si sono moltiplicate come quelle degli esclusi perché non abbastanza appoggiati da nomi pesanti. Alcuni di loro parlano solo dietro la garanzia dell’anonimato, spiegando che però con questa linea la Lega e in particolare Bolognini di fatto fa campagna per Meloni. Perché chi ha i suoi pacchetti di voti, se viene scavalcato senza i giusti modi poi preferisce cambiare bandiera. Poi ci sono quelli che invece parlano e spiegano il proprio punto di vista come Raul Bonomi, che si è visto scavalcato nelle liste del Municipio 7: “Con un’esperienza consolidata dopo quattro anni di militanza nel gruppo che faceva capo all’onorevole Morelli, la segreteria ha pensato bene di tenere fuori l’ennesimo candidato che avrebbe remato certamente per il sindaco Bernardo per portare voti ai candidati della Lega in Comune – racconta sconsolato Bonomi – Sono stato inspiegabilmente escluso dalla lista per il Municipio 7 come tanti altri amici che si trasformeranno in nemici o in esclusi che non hanno più intenzione di aderire a un gruppo politico che ha all’interno del suo interno un centro di comando senza regole democratiche, senza nessun senso della candidabilità che viene fatta esclusivamente per simpatie e correnti, facendo un salto indietro di 40 anni. E la cosa più grave è che questo meccanismo è a livello di Municipio, non di Parlamento”.