La scuola di via Guicciardi è, ancora, allagata. I genitori dei bambini iscritti all’asilo comunale avevano avuto una brutta sorpresa già all’inizio dell’anno: non avevano trovato una scuola, ma un cantiere con tanto di martelli pneumatici al lavoro durante l’orario delle lezioni. Una situazione talmente al limite che gli stessi insegnanti avevano chiesto ai genitori di intervenire in qualche modo. L’intervento dei Vigili del Fuoco aveva imposto una rapida chiusura per motivi di sicurezza. Ma il lunedì successivo non era cambiato molto, d’altronde era impossibile pensare che si completassero i lavori in un fine settimana.
Ora ci risiamo. Il temporale dell’altra notte ha reso di nuovo impossibile portare i bambini all’asilo: “E’ allagato ovunque, nella sala lattanti appena ristrutturata, nel corridoio, nelle sale pappa e nanna dei bimbi: tutti a casa senza risposte dall’Amministrazione – si sfoga una madre – un anno di cantiere e alla prima pioggia tutti a casa, questa è la soluzione che vogliono darci?”. Uno sfogo comprensibile per chi si vede chiedere la retta intera, ma poi ottiene un servizio a metà: la scuola c’è, è vero. Però di fatto si può usare con diverse limitazioni.
Una descrizione che richiama a molti servizi offerti dalla città secondo la visione del sindaco Sala: si chiedono denari per servizi di prima qualità, come il biglietto delle metropolitana a 2 euro, ma poi si restituiscono servizi incompleti. I giornali se ne occupano fino a un certo punto, forse perché troppo presi da altri temi per occuparsi di una manciata di bambini. Resta però un mistero il perché invece non se ne occupi il centrodestra: di grandi capitani pronti a sfidare Sala non se ne vedono, né tanto meno sembra che le destre abbiamo in mente una Milano diversa oltre all’abusato concetto del “più sicurezza”. La famiglia una volta era uno dei cardini dei conservatori: i bambini di via Guicciardi 3/A non sono abbastanza importanti per trovare dei difensori? Perché la scuola di via Guicciardi è, ancora, allagata. E probabilmente non sarà l’ultima volta.
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