E’ stato inaugurato sabato mattina, a Milano, il grande murale dei diritti realizzato dal collettivo artistico Orticanoodles e dall’associazione OrMe – Ortica Memoria, che con questa nuova opera aggiunge un altro capolavoro al primo museo a cielo aperto di Milano. “Il murale è un omaggio a 200 persone straordinarie, visionarie che hanno avuto il coraggio di sfidare le convenzioni sociali e che, con passione, impegno e determinazione, hanno fatto la storia dei diritti umani e civili. L’opera ricorda anche i volti dei migranti che hanno perso la vita nel tragico naufragio di Lampedusa il 3 ottobre 2013, nei giorni in cui ricorre il decimo anniversario”, hanno spiegato dall’associazione che promuove la rigenerazione urbana attraverso la realizzazione di attività culturali, artistiche, ricreative e formative.
Il murale è stato realizzato sulla facciata di un palazzo in via Ortica 1. L’opera è un’esplosione di colori di forte impatto visivo: una grande bandiera arcobaleno avvolge il palazzo dal quale si affacciano i volti di persone che hanno scelto di non restare indifferenti e, in tempi diversi, si sono spese per un mondo più giusto, libero e dignitoso per tutti. Così, all’Ortica, il più piccolo quartiere di Milano, prende vita la storia dei diritti e il suo lungo cammino, in un’opera che ricorda “Il Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo dove una folla compatta e vivace ne celebra la gioia, ma anche i sacrifici e il duro lavoro.
“I diritti rappresentati sono quelli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 75 anni fa, resi iconici attraverso i ritratti simbolo di duecento persone che hanno lasciato un segno con importanti conquiste in diversi campi. Dal diritto all’autodeterminazione, dei popoli, delle minoranze, delle donne, al diritto all’identità personale, e poi i pilastri fondamentali come il diritto alla salute, alla giustizia, all’istruzione e alla libertà d’espressione, includendo anche i diritti degli animali e alla giustizia ambientale”, si legge in una nota di OrMe.
Ecco allora i volti di Altiero Spinelli, che, a Milano, 80 anni fa, insieme ad altri ex carcerati e confinati dal regime fascista fondò il Movimento Federalista Europeo; di Franca Viola, prima donna in Italia a rifiutare il matrimonio riparatore e con il suo coraggio cambiò il codice penale; di Masha Amini, a un anno dalla sua uccisione per mano della polizia di Teheran, e del movimento di protesta per i diritti delle donne in Iran. E ancora i ritratti di Amalia Ercoli Finzi, Don Virginio Colmegna, Franca Rame, Michela Murgia, Mariasilvia Spolato. Tanti i milanesi illustri raffigurati: tra questi, Cesare Castiglioni, fondatore della Croce Rossa Italiana, Riccardo Bauer, artefice della rinascita della Società Umanitaria di Milano, la pedagogista Giuseppina Pizzigoni, ideatrice del metodo didattico della “scuola rinnovata”, Elda Mazzocchi Scarzella, che istituì, a Milano, un Centro di assistenza per le madri arrivate dai campi tedeschi con figli concepiti durante la prigionia offrendo assistenza alle reduci e dando vita al Villaggio della madre e del fanciullo. Ma anche Gianni Delle Foglie, pioniere, insieme al compagno Ivan Dragoni, delle unioni omosessuali in Italia, con un matrimonio simbolico in piazza della Scala, nel 1992, che fece scalpore. E poi Alessandra Kustermann, prima donna primario della Clinica Mangiagalli di Milano e fondatrice, nel 1996, del primo Centro antiviolenza e di un Pronto Soccorso per le vittime di violenza sessuale e domestica che ha fatto storia. E ancora, lo storico cappellano del carcere minorile Beccaria, Don Gino Rigoldi, i fondatori di Emergency, Gino Strada e Teresa Sarti, Giovanna Cavazzoni, fondatrice dell’associazione Vidas, che offre assistenza sociosanitaria gratuita ai malati terminali, Samantha Cristoforetti, Franca Valeri, Bruno Munari e altri.
Il murale è anche un inno alla libertà d’espressione attraverso i volti simbolo di giornalisti come Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Anna Politkovskaja, Walter Tobagi, Giancarlo Siani, Giuseppe Fava, e di attivisti come Patrick Zaki, Vittorio Arrigoni, Guido Puletti. C’è il diritto alla giustizia, con i volti dell’ambasciatore Luca Attanasio, del medico forense Cristina Cattaneo, direttrice del Labanof (Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università degli Studi di Milano), che lavora per identificare i migranti morti nei naufragi nel Mediterraneo e spiegare la lotta alle violazioni dei diritti umani attraverso la scienza. E poi le tante figure esemplari che si sono battute per la giustizia, dal magistrato Rocco Chinnici, che istituì il pool antimafia, a Giorgio Perlasca, che salvò dallo sterminio nazista migliaia di ungheresi di religione ebraica, e Tina Merlin, di cui si ricorda la caparbietà nel mettere in luce la verità sul disastro della diga del Vajont. E ancora, il diritto alla salute, con il ritratto di Carlo Urbani, il medico italiano che per primo identificò il virus della Sars sacrificando la sua stessa vita per scongiurare una pandemia; dello psichiatra Franco Basaglia, che rivoluzionò il sistema di cura della malattia mentale restituendo ai pazienti dignità e valore; e del primo premio Nobel per la pace Henry Dunant.
E il diritto all’istruzione e la promozione della cultura dell’infanzia basata sui diritti, con i volti di Eglantyne Jebb, fondatrice di Save the Children e autrice della prima Carta dei Diritti del Bambini, di Ersilia Bronzini Majno, fondatrice dell’Asilo Mariuccia, Don Lorenzo Milani e Malala Yousafzai. Fino al diritto alla giustizia climatica e a un ambiente sano e sostenibile, riconosciuto, con una recente risoluzione, dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Dalla madre del movimento ambientalista, Rachel Carson, alle giovani attiviste Greta Thumberg e Autumn Peltier, e ancora il premio Nobel Giorgio Parisi, le ricercatrici Federica Bertocchini, che ha scoperto il bruco mangia plastica, e Barbara Mazzolai, direttrice per la robotica bioispirata dell’lstituto Italiano di Tecnologia.
“Il ‘Murale dei diritti’ racconta l’impegno di uomini e donne che hanno speso la vita per affermare diritti sociali e diritti civili, contribuendo a scrivere la Storia e l’evoluzione della coscienza civica e civile della nostra società. Non è stato facile scegliere i 200 volti che disegnano il murale e insieme una vera e propria ‘mappa’ dei diritti: un’opera d’arte che rende più prezioso il museo a cielo aperto di OrMe e ci permette di raccontare altre duecento storie, esemplari e di ispirazione per noi e per i tanti giovani che seguono con interesse i progetti artistici di Ortica Memoria”, ha dichiarato la vicesindaco del Comune di Milano, Anna Scavuzzo, presente all’inaugurazione.
“Inauguriamo oggi una bellissima opera di arte pubblica corale, che racconta per epigoni la storia dei diritti umani e civili – gli ha fatto eco l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi -. Conservare la memoria di chi ha investito la propria vita, a volte anche a costo di perderla, per difendere quei diritti che fanno di ogni donna e di ogni uomo una persona libera, oltre a essere un dovere per qualunque amministrazione pubblica, è un impegno civico. Ringrazio quindi il collettivo artistico Orticanoodles e l’associazione OrMe Ortica Memoria per aver attivato anche la comunità del quartiere nella realizzazione di questo murale ‘partecipato’. Sono certo che il messaggio che porta con sé sarà molto sentito non solo dal quartiere, ma da tutta la città”.
“Ci si sente piccoli di fronte a tanta grandezza umana. Il mio invito, guardando questo grande murale dedicato ai diritti che inauguriamo oggi, è quello di guardare all’insù e di farci ispirare a essere persone migliori: questo è, per me, il senso di quest’opera, che si aggiunge al museo a cielo aperto dell’Ortica e che, per il suo valore e la testimonianza dei tanti volti qui raffigurati, rappresenta un motivo d’orgoglio per la nostra città”, ha sottolineato la Presidente del Municipio 3 di Milano, Caterina Antola. “A 75 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, abbiamo voluto ricordare l’attualità di questo fondamentale riconoscimento, aggiungendo, con ‘il murale dei diritti’, un importante tassello al museo a cielo aperto di OrMe. L’opera è anche un omaggio a tante e tanti milanesi che, in epoche diverse, hanno speso la propria vita per garantire l’accesso a diritti universali ai più deboli e vulnerabili: con i loro ritratti abbiamo voluto ricordare le loro storie, che sono per noi di grande esempio e d’ispirazione. Alla progettazione del murale hanno partecipato, con passione, anche tante associazioni e realtà del terzo settore: insieme a loro, vogliamo mandare, con la memoria di queste storie, un messaggio e riportare l’attenzione sull’attualità di questi diritti, che rappresentano ancora oggi una bussola in un momento storico dove guerre, crisi climatica ed episodi di intolleranza verso le minoranze rischiano di offuscarne la memoria”, le parole di Serafino Sorace, Presidente dell’associazione OrMe – Ortica Memoria.