Allo Spazio Kryptos la mostra Entropia di Gian Luca La Rosa. Più che una vera esibizione di opere è un percorso umano di un artista che ha scoperto una nuova connessione con la sua sensibilità artistica e l’ha estrinsecata con una mostra molto interessante nel cuore di Milano. Le opere di La Rosa resteranno in esposizione fino a fine mese in via Panfilo Castaldi 26 e noi dell’Osservatore consigliamo fortemente una visita: già nel primo piano dei due dedicati all’esposizione si incontrano creazioni interessanti come Resilienza (foto in evidenza nell’articolo), dove dalla materia emergono ferite cucite da fili rossi trasmettendo la forte sensazione di vicinanza a chiunque abbia conti aperti con il passato. Ma con un passo avanti si trova Sole e Luna, dove una vecchia bicicletta è diventata la base materiale per far nascere un nuovo modo di intendere lo Yin e lo Yang. Sempre con l’attenzione alla materialità, perché la dimensione tattile e fisica è tanto importante per l’artista come per chi ne osserva il lavoro: così il sole gira ancora volendo. La Rosa infatti è stato definito artista materico ed è quanto mai vero: dalla materia indistinta alla base dei suoi quadri emergono poi oggetti e conce
tti materializzati. Quasi un’uscita dal magma primordiale della sua anima ritrovata che permette di toccare l’anima dell’artista. Ritrovata perché la nuova fase artistica di La Rosa è nata con cambiamenti personali nella vita dell’artista che lo hanno portato a passare dalla musica e altre espressioni artistiche a questa fase di pittore materico. Una fase in cui ha riscoperto anche il modo di rapportarsi con gli altri, aprendosi cerca il contatto con chi ne osserva le opere attraverso la materialità declinata in modi originali come in Assolviti: lo specchio al centro del quadro spinge subito il volto dell’osservatore verso il quadro per poi vedere la propria immagine. Quasi uno scambio tra opera e osservatore. E proprio per questa materialità delle opere che le parole possono spiegare fino a un certo punto che consigliamo una visita a Entropia. Le opere vanno vissute di persona. Specialmente in un momento di distanziamenti sociali lasciarsi toccare dall’arte potrebbe avere effetti positivi imprevisti.
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