Invece di rincorrere la crisi, riorganizziamo le tasse

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Invece di rincorrere la crisi, riorganizziamo le tasse. Può sembrare una provocazione, ma in realtà è solo una proposta per cambiare un sistema che sta già mutando. Nei mesi scorsi il Comune ha introdotto due interessanti novità in tema di tassazione: ha avviato l’accorpamento dei contributi chiesti da Palazzo Marino e ora ha esteso la possibilità di rateizzare i tributi in 72 rate. Ottime idee. Perché noi siamo la generazione di Muhammad Yunus, l’inventore del microcredito, e da quello potremmo prendere spunto. Proviamo a spiegarci: se chiedo 100 euro al giorno a qualcuno, difficilmente recupero quei soldi e molto spesso creo un altro povero di cui occuparmi come Amministrazione Pubblica. Se invece gliene chiedo 1, centuplico le possibilità di pagamento. Dando nel contempo una maggior certezza di introiti alle casse pubbliche per un tempo lungo: quindi daremmo un futuro più sicuro sia ai cittadini che alle loro istituzioni. Se si creasse per chi ha poco la possibilità di pagare poco per volta, potremmo trasformare una debolezza in forza. Una proposta ambiziosa perché scardina decine di meccanismi incancreniti, come quello delle case popolari. Dove migliaia di famiglie di fatto regolari, diventano irregolari per questioni tecniche e accrescono il degrado delle case popolari come ha sottolineato un leghista e ispettore Aler sull’Osservatore. Ci vogliono gesti coraggiosi in questa fase, perché una volta partita la ricostruzione non ci sarà tempo per immaginare sistemi diversi. Ora è il momento di pensare il domani. E da milanesi facciamolo in modo pratico: invece di rincorrere la crisi, riorganizziamo le tasse.