Terrore bus: pm chiede 24 anni per dirottatore. Secondo alcuni non era un terrorista, ma secondo i magistrati sì. Vediamo però prima chi era grazie a Bufale.net che ne ha ricostruito il curriculum: E’ nato in Francia nel 1972, da genitori senegalesi, diventa cittadino italiano nel 2004, dopo aver sposato una donna bresciana di Orzinuovi da cui ha due figli – oggi di 18 e 12 anni – da cui si separa più di dieci anni fa. Sempre nel 2002 viene assunto da Autoguidovie: prima come tuttofare, poi come autista. Da anni “senza aver mai dato segni di squilibrio, e facciamo visite periodiche sugli autisti, né avevamo mai ricevuto reclami”, dice ora la società. A Crema, dove viveva, in tanti restano di sasso davanti alle immagini in tv e a quel nome: perchè se tutti in paese lo conoscono come Paolo, sanno che è lui, quell’uomo “gentile e tranquillo, mai una parola di politica, usciva di casa alle cinque del mattino per andare a lavorare”, dicono ora i suoi vicini, ed è la perfetta descrizione di un insospettabile. Un “lupo solitario, senza legami con l’Isis”, dicono in procura. Noto alle forze dell’ordine per due episodi. Il primo, nel 2007, per una denuncia per guida in stato di ebbrezza a Brescia, patente sospesa e poi riavuta. Il secondo per una condanna per molestie sessuali su una minorenne nel 2011: soltanto un anno fa la condanna era diventata definitiva, un anno con pena sospesa. Insomma non proprio uno stinco di santo. E vi risparmiamo le sue teorie politiche panafricaniste.
Nel frattempo sono arrivate le reazioni politiche. “I fatti ci hanno dato ragione: il rapimento di cinquantun bambini cremaschi da parte del senegalese Sy non fu solo sequestro, ma sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione. I soliti buonisti volevano darci a intendere che l’autore fosse un semplice disadattato incapace di intendere e volere. Oggi il pm di Milano Luca Poniz, chiedendo il massimo della pena, ha contestato questa versione: il dirottatore del bus di San Donato era perfettamente lucido, il suo gesto è stato premeditato ed accuratamente pianificato e soprattutto ha agito per motivi ideologici. In attesa del verdetto finale, il mio pensiero va ai cinquantun ragazzini, vittime innocenti coinvolte, che ben difficilmente dimenticheranno quest’allucinante esperienza”. Così il consigliere regionale leghista Federico Lena, cremonese, commenta la requisitoria del pm di Milano.