9 Ottobre 2019

Tessere anche ai minori di 14 anni, De Chirico (FI) incalza Granelli: aveva detto che non si potevano fare!

Secondo il Comune sono ben 25.775 i giovani sotto i 14 anni che dallo scorso 15 luglio stanno utilizzando quotidianamente la tessera per viaggiare gratuitamente su tutta la rete di trasporto pubblico del bacino di Milano. Per questo da ieri iAtm ha cominciato a emettere le nuove tessere under 14 dotate di microchip, esattamente come quelle degli adulti. “Abbiamo attuato una riforma tariffaria che con la gratuità per gli under 14 ha consentito un risparmio per le famiglie di oltre cinque milioni di euro – dichiara Marco Granelli, assessore alla Mobilità -. Con la nuova tessera elettronica per chi ha fra gli 11 e i 14 anni miglioriamo ulteriormente il servizio rendendo più agevoli i passaggi da tutti i tornelli sempre più automatizzati“. Soddisfatto del provvedimento Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia, secondo cui “l’assessore Granelli è tornato sui suoi passi“, certezza acquisita dopo essere “andato sul sito del Comune di Milano” per riascoltare “quanto dichiarato dall’assessore con la delega alla mobilità”  nel corso della disccussione sugli Abbonamenti gratuiti per Under 14 del 30 settembre. “C’è da sbellicarsi nel sentire le scuse per cui, solo una settimana fa, non era prevista la fornitura delle tessere magnetiche come per qualsiasi abbonato” ironizza De chirico, che poi elenca le motivazioni adotte da granelli, “Richieste troppo numerose (!), la tecnologia non lo prevedeva (?) e pericolo di cedibilità del titolo di viaggio a terzi“. “Miracolosamente – conclude quindi De Chirico – in una sola settimana i progressi tecnologici hanno permesso questa grandissima evoluzione. È incredibile quanto può produrre la scienza unita all’intelletto umano! Grazie Granelli, da oggi Milano è diventata davvero una smart city“.  

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Rubano telefono e chiedono riscatto per restituirlo, arrestati

Gli agenti della Polfer della stazione Centrale  hanno arrestato in flagranza un 25enne afgano e una 44enne italiana per tentata estorsione in concorso ai danni di un 70enne italiano. Lo ha annunciato la stessa polizia, spiegando che la vittima, mentre si trovava in coda presso i gabinetti della stazione, era stata urtata da un uomo che gli aveva sottratto il cellulare dal taschino della camicia ed era fuggito. Usando il telefono del figlio che lo accompagnava, il 70enne ha chiamato il proprio cellulare a cui ha risposto la 44enne che lo invitava a tornare nei bagni dove gli avrebbe restituito il cellulare in cambio di una somma di denaro. L’anziano ha chiesto aiuto ai poliziotti che lo hanno seguito e quando il 25enne e la complice lo hanno avvicinato chiedendogli i soldi per restituirgli il telefono, li hanno bloccati.  

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A Palazzo Reale l’arazzo restaurato che riproduce il Cenacolo

“Il Cenacolo di Leonardo per il Re Francesco I, un capolavoro in oro e seta” è il titolo dell’esposizione che ha per protagonista assoluto il gigantesco arazzo (513 x 910 cm) commissionato dal re Francesco I per poter “trasportare” in Francia l’incanto dell’Ultima Cena, il celeberrimo dipinto realizzato da Leonardo tra il 1497 e il 1499 nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. Promossa da Comune di Milano|Cultura e Palazzo Reale, in collaborazione con i Musei Vaticani, la mostra è curata da Pietro Marani, uno dei massimi esperti al mondo di Leonardo da Vinci e della sua opera, ed è allestita in Sala delle Cariatidi dall’8 ottobre al 17 novembre 2019, con ingresso libero. L’esposizione rientra nel palinsesto “Milano e Leonardo 500”, promosso e coordinato dal Comune di Milano. Lo splendido arazzo che riproduce fedelmente il Cenacolo in scala 1:1 fu commissionato da Francesco I, il re che ospitò Leonardo ad Amboise fino alla fine dei suoi giorni dopo la sconfitta di Ludovico il Moro e la conquista di Milano da parte dei Francesi, e da Luisa di Savoia, come testimoniano anche le insegne presenti nella fascia alta dell’opera. Il Cenacolo infatti fu realizzato da Leonardo con una tecnica che ne rendeva impossibile il distacco dalla parete, pertanto copiarlo era l’unico modo per poterlo conservare e trasportare fuori da Milano, soddisfacendo così le esigenze della corte francese. L’arazzo fu tessuto probabilmente tra il 1516 e il 1525, mentre Leonardo era già ad Amboise (dove muore nel 1519), per cui si può ipotizzare che almeno il cartone preparatorio sia stato eseguito sotto la sorveglianza del Maestro. Si tratta comunque di una delle primissime copie del capolavoro leonardesco. Donato già nel 1533 da Francesco I a Papa Clemente VII, l’arazzo dell’Ultima Cena ha fatto quindi velocemente ritorno in Italia, e da allora non è mai uscito dai Musei Vaticani. In occasione delle celebrazioni per il 500esimo della morte di Leonardo, i Musei Vaticani hanno straordinariamente accolto la richiesta di prestito a Palazzo Reale a condizione che l’arazzo fosse sottoposto a un accurato intervento di restauro. L’opportunità è stata subito accolta dal Comune di Milano che, insieme al Castello di Clos Lucé ad Amboise, ha finanziato il restauro, durato quasi due anni. Dopo essere stato restaurato e finalmente studiato nelle sue particolarità esecutive e stilistiche da un’équipe di restauratori, l’arazzo è stato esposto per la prima volta nel Castello di Clos Lucé, da giugno a settembre 2019, per arrivare oggi nella Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale, a poche centinaia di metri dal capolavoro originale. In Sala delle Cariatidi, l’arazzo dei Musei Vaticani è posto in dialogo ravvicinato con altri due arazzi dei “Mesi” di Bramantino (Bergamo, 1465 circa – Milano, 1530), che provengono dalle collezioni del Castello Sforzesco di Milano e sono stati tessuti a Vigevano tra il 1503 e il 1509. Dal confronto è possibile individuare immediate analogie tra gli arazzi dei “Mesi” e quello dell’Ultima Cena – come l’impostazione prospettica centralizzata – che dimostrano come gli echi del Cenacolo potessero venir propagati anche attraverso un ciclo profano, oltre a suggerire l’ipotesi che fosse proprio il Bramantino l’autore del cartone preparatorio dell’arazzo del Cenacolo. In mostra sono inoltre esposti – attraverso medaglie, bassorilievi e dipinti – i ritratti dei re di Francia, da Carlo VIII a Francesco I. Una serie di incisioni cinquecentesche di Jacques Androuet du Cerceau (1576-1579) mostra inoltre i castelli di Blois, Amboise e Chambord dove è possibile che l’arazzo del Cenacolo fosse esposto prima del 1533 quando fu donato da Francesco I a papa Clemente VII. Il catalogo della mostra è edito da Skira. In Sala delle Cariatidi, inoltre, il Cenacolo prende vita ne “L’Ultima Cena: Tableau Vivant”, un’opera cinematografica di nove minuti creata e filmata da Armondo Linus Acosta, con i Premi Oscar Vittorio Storaro e Dante Ferretti, quest’ultimo con Francesca Lo Schiavo. Artisti leggendari del cinema contemporaneo si sono quindi uniti per ricreare la grandezza e lo spirito del dipinto originale, segno che, dopo 500 anni, il capolavoro di Leonardo continua sedurre anche le menti più creative. Il quadro vivente di Acosta è un lavoro che unisce l’arte al teatro grazie a una tecnica affascinante che consente una visione inedita, capace di ricreare i movimenti e l’atmosfera di una delle più importanti scene conservate dalla memoria dell’umanità. Il corto, proiettato in anteprima per l’Italia, è prodotto da The Academy of Film & the Arts in collaborazione con Crescentera Production. Ingresso gratuito Orari lunedì 14.30_19.30 martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30_19.30 giovedì e sabato 9.30_22.30 Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura www.palazzorealemilano.it Galleria fotografica  

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Taglio dei parlamentari: le reazioni dei politici milanesi

Taglio dei parlamentari: le reazioni dei politici milanesi. Cosa ne pensano gli eletti della città più efficiente d’Italia? Abbiamo provato a cercare le dichiarazioni pubbliche di alcuni dei personaggi della polis meneghina. Pierfrancesco Maran ha deciso di essere schietto parlando di vergogna: “La vergogna di diventare il Paese europeo con meno rappresentanti per abitante alla Camera Sono in profondo disaccordo con la riforma Costituzionale che si voterà oggi e quindi anche con l’adesione ad essa del mio partito. Sostenere che il Parlamento sia un mero costo e quindi che si possano riformare le regole con l’unico fine di avere dei risparmi marginali sia per i costi delle istituzioni, sia ovviamente per quello che è il bilancio di un Paese industrializzato è offensivo e immorale – ha scritto su Fb l’assessore di Sala – Farlo per la contingenza di un accordo politico temporaneo una aggravante. L’Italia completa (forse) un percorso di delegittimazione della politica durato più di un decennio accettando l’idea che la qualità del Parlamento si misura nel numero di persone e sugli stipendi, non sulla capacità di produrre leggi che portano diritti e crescita economica. Questo non attraverso una riforma Costituzionale che rivede e rende più efficienti le istituzioni ma con una norma che tratta gli stessi che la votano come un peso sulle spalle della comunità“. Una linea simile a Santo Minniti, presidente del Municipio 6 e altro giovano rampante della sinistra: “Andrò controcorrente: io sono contrario al taglio dei parlamentari. Se è vero che deputati e senatori percepiscono stipendi eccessivi, ridurli di numero non farebbe altro che chiuderli in una bolla: ancora più chiusa, piccola, lontana dalle persone. Non ridurrei quindi il loro numero, ma piuttosto le loro indennità. Senza cedere al populismo punitivo, ma adeguandole agli effettivi rischi (pochi) e all’importanza (tanta) di chi siede nella più incisiva assemblea del paese. E magari rendendo i loro stipendi proporzionali al reddito medio degli italiani, per aumentare la consapevolezza che facciamo parte dello stesso paese. E siamo legati da un destino comune“. Anche Fabio Rubini, firma di Libero e politico impegnato non usa mezzi termini: “Diciamolo una volta per tutte: il taglio dei parlamentari è una cagata pazzesca. La differenza non la fa il numero delle poltrone, ma la qualità dei culi che ci si siede sopra. E avanti di questo passo…“. Insomma, da Milano non sembra che ci siano tanti a favore delle ultime decisioni grilline.  

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Contestazione di Pap contro Erdogan

Contestazione di PaP contro Erdogan. Un presidio di protesta si è tenuto ieri per le strade di Milano. A seguire le motivazioni della protesta spiegate dai responsabili del partito di estrema sinistra e il video del presidio: È di ieri la notizia del via libera di Trump a Erdogan per l’invasione del Nord della Siria. Una mossa sconsiderata, di cui faranno le spese i curdi, che hanno già lasciato sul campo un enorme tributo alla guerra contro l’ISIS. Non solo: l’invasione rischia di innescare una spirale di violenza che, tra gioco di potenze e un rilancio del terrorismo islamista, può arrivare a toccare il mondo intero. Per questo abbiamo scritto il testo che segue indirizzandolo al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. È impensabile che il nostro Paese rimanga silente, mentre il governo degli USA, che Di Maio ha incontrato proprio l’altro giorno nella persona di Pompeo, apre le porte al massacro e al caos. Il governo deve prendere parola, schierarsi dalla parte della pace, della giustizia e dei diritti dei popoli del mondo. Non solo a parole, ma coi fatti: per questo rivendichiamo l’immediata sospensione sia dell’esportazione di armi alla Turchia che del fondo che l’UE dal 2016 regala a Erdogan affinché tenga i migranti lontani dalle città europee. Non basta una lettera a smuovere un governo il cui indirizzo è chiaramente tutt’altro, in piena continuità con la storica subalternità del nostro Paese a Washington. Serve l’azione concreta, serve costruire mobilitazione. Serve la solidarietà dei popoli del mondo. Noi siamo pronti a scendere in piazza sin da subito e a fare la nostra parte: per salvaguardare l’esperienza del confederalismo democratico, difendere la vita dei popoli della regione, batterci perché sia garantito ad ogni comunità il diritto all’autodeterminazione e ad un futuro di pace e giustizia. https://poterealpopolo.org/lettera-a-di-maio-fermiamo-linv…/ Ringraziamo per l’immagine il Partito della Rifondazione Comunista

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Gallera cambia idea su Cambiamo

Gallera cambia idea su Cambiamo. Lo avevano dato per certo, invece dopo il caos politico d’agosto sono cambiate le carte in tavola e il movimento Cambiamo di Giovanni Toti sembra destinato a sgonfiarsi. Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia, era dato tra i partenti dagli ormai moribondi lidi di Forza Italia. E insieme a uno dei pochi nomi sinonimo di voti nell’area moderata lombarda, un bel pezzo dello schieramento di Forza Italia in Regione sembrava destinato a innalzare la bandiera di Cambiamo. Ora invece hanno cambiato idea: Gallera ha dichiarato a diversi giornali che intende rimanere in Forza Italia. Almeno per il momento. L’effetto delle decisioni di Matteo Renzi ha scatenato un’onda lunga arrivata anche nel nord del Paese: nelle sue dichiarazioni Gallera ha infatti richiamato proprio la nascita della nuova formazione politica moderata. Un contenitore in cui tanti ormai disillusi da Arcore potrebbero convergere: anche l’apertura sulla questione giudiziaria, Renzi è definitivamente iper garantista, come tanti altri segnali hanno aperto la strada a un salto verso Italia Viva. Un partito che anche nel nome ricorda Forza Italia, formazione che nel bene e nel male ha occupato per vent’anni uno spazio politico che ora sembra le sia scivolato di mano. E chi ha ancora i voti e l’idea di avere un futuro politico vede in Italia Viva qualcosa di più solido delle promesse di Toti. E’ vero che il governatore ligure ha una poltrona pesante e ha dimostrato di saper governare, ma Renzi ha tutto un altro appeal. E difficilmente Cambiamo prenderà più voti di Italia Viva. Vedremo dunque se Gallera sarà l’unico ad aver cambiato idea su Cambiamo.  

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