Taglio dei parlamentari: le reazioni dei politici milanesi. Cosa ne pensano gli eletti della città più efficiente d’Italia? Abbiamo provato a cercare le dichiarazioni pubbliche di alcuni dei personaggi della polis meneghina. Pierfrancesco Maran ha deciso di essere schietto parlando di vergogna: “La vergogna di diventare il Paese europeo con meno rappresentanti per abitante alla Camera Sono in profondo disaccordo con la riforma Costituzionale che si voterà oggi e quindi anche con l’adesione ad essa del mio partito. Sostenere che il Parlamento sia un mero costo e quindi che si possano riformare le regole con l’unico fine di avere dei risparmi marginali sia per i costi delle istituzioni, sia ovviamente per quello che è il bilancio di un Paese industrializzato è offensivo e immorale – ha scritto su Fb l’assessore di Sala – Farlo per la contingenza di un accordo politico temporaneo una aggravante. L’Italia completa (forse) un percorso di delegittimazione della politica durato più di un decennio accettando l’idea che la qualità del Parlamento si misura nel numero di persone e sugli stipendi, non sulla capacità di produrre leggi che portano diritti e crescita economica. Questo non attraverso una riforma Costituzionale che rivede e rende più efficienti le istituzioni ma con una norma che tratta gli stessi che la votano come un peso sulle spalle della comunità“.
Una linea simile a Santo Minniti, presidente del Municipio 6 e altro giovano rampante della sinistra: “Andrò controcorrente: io sono contrario al taglio dei parlamentari. Se è vero che deputati e senatori percepiscono stipendi eccessivi, ridurli di numero non farebbe altro che chiuderli in una bolla: ancora più chiusa, piccola, lontana dalle persone. Non ridurrei quindi il loro numero, ma piuttosto le loro indennità. Senza cedere al populismo punitivo, ma adeguandole agli effettivi rischi (pochi) e all’importanza (tanta) di chi siede nella più incisiva assemblea del paese. E magari rendendo i loro stipendi proporzionali al reddito medio degli italiani, per aumentare la consapevolezza che facciamo parte dello stesso paese. E siamo legati da un destino comune“.
Anche Fabio Rubini, firma di Libero e politico impegnato non usa mezzi termini: “Diciamolo una volta per tutte: il taglio dei parlamentari è una cagata pazzesca. La differenza non la fa il numero delle poltrone, ma la qualità dei culi che ci si siede sopra. E avanti di questo passo…“. Insomma, da Milano non sembra che ci siano tanti a favore delle ultime decisioni grilline.