Rispetto per i morti lombardi. Ci vuole. In tanti sensi. Il primo è quello di evitare frasi scomposte e paragoni fuori luogo. Specialmente per chi ha l’onore più che l’onore di scrivere sulla stampa nazionale. La libertà di opinione è sacra, ma ci vuole buon senso: viviamo in tempi in cui il concetto di democrazia è stato associato alla libertà di fare ciò che ci pare quando ci pare. Dunque la confusione sui concetti di base della convivenza civile è comprensibile. Anche il diritto a manifestare liberamente è stato messo in discussione dalle sfilare novax, dunque gli errori di interpretazione sono in entrambe le direzioni. Perché come sbaglia gravemente chi scambia la libertà di espressione per libertà di sparare idiozie, sbagliano le istituzioni e chi le appoggia a distinguere tra chi può e chi non può manifestare senza essere identificato dalla Polizia. I diritti vanno preservati in tutte le sedi perché una volta restituiti al Potere, difficilmente li vedremo restituiti. Allora a maggior ragione ci vuole rispetto per i morti lombardi, perché la nostra regione ha subito più di altre i colpi della pandemia. Con migliaia di morti, spesso seppelliti fuori regione perché non c’era più posto nei cimiteri. Abbiamo subito le morti, le restrizioni e molte altre sofferenze che hanno infierito sulla popolazione ormai stremata. Abbiamo pure visto messo in discussione il diritto a manifestare come molti altri visto che da due anni siamo in “stato d’emergenza”. Ma la strada non è scavare verso il basso, semmai guardare in alto. Puntare a migliorare il racconto del presente per tutelare al meglio le nostre libertà e il nostro futuro. Non serve appendere la testa di un giornalista che ha sbagliato molto, anzi moltissimo, a negare l’esistenza dei morti di Bergamo. Perché i trofei non sono mai le teste appese in salotto, ma i testi sacri come la Costituzione che ci tutela tutti. Dobbiamo pensare a tutti. Però non va mai perduto il rispetto. Non subivamo tante perdite umane dalle Guerre del Novecento. Dunque prima di parlare, e ancora prima di scrivere, è necessario riflettere, ma nel senso di pensare, non nel senso di riproporre ciò che vediamo nello specchio dei social. Altrimenti si è un guscio vuoto e senza senso che insulta le croci in fila nei nostri cimiteri.