Assica: “Persi 230 milioni al mese”. Un grido di allarme arriva dall’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi (ASSICA) per la situazione in cui versa il settore della trasformazione, già provato da un 2019 caratterizzato dai fortissimi aumenti della materia prima di carne suina, e che oggi vive una condizione di maggiore affanno aggravata dall’emergenza Covid-19 e dalle restrizioni imposte per il contenimento del contagio. Restrizioni che hanno comportato la chiusura del canale Ho.Re.Ca. con conseguente perdita di oltre il 20% del fatturato, per importi superiori ai 230 milioni di euro al mese tra carni suine e salumi. Perdite che si aggiungono a quelle relative alle esportazioni, che stanno soffrendo per difficoltà logistiche e provvedimenti di lockdown dei principali Paesi importatori. Si è già chiuso il 2019 con un rallentamento dell’export (-0,3% volume +1,4% valore) e purtroppo il 2020 non si prospetta migliore. Anche sul fonte della produzione la situazione è molto complessa: si procede a rilento a causa del calo della presenza del personale e dell’implementazione delle necessarie misure sicurezza aggiuntive all’interno degli stabilimenti. In questo scenario difficile, Assica, con senso di piena responsabilità verso il Paese e verso i propri collaboratori, in rappresentanza delle aziende del settore, chiede con forza alle Istituzioni misure di sostegno della filiera alcune delle quali potrebbero essere attivate immediatamente se si sbloccassero le risorse ministeriali già oggi disponibili con il fondo suinicolo nazionale. “Occorre urgentemente attivare campagne di promozione e di sostegno ai consumi in punto vendita – in particolare nel banco taglio – per mantenere attiva la domanda. Solo attraverso un aumento dei consumi, le imprese di trasformazione potranno liberare la merce dai magazzini e immetterla sul mercato, favorendo così il corretto funzionamento della filiera e la giusta remunerazione per tutti gli attori coinvolti” ha dichiarato il Presidente di Assica, Nicola Levoni. “Per lo stesso motivo ribadiamo la richiesta al Governo di prevedere quanto prima un sostegno ai redditi, anche attraverso meccanismi di defiscalizzazione delle retribuzioni dei lavoratori che oggi più che mai si impegnano per garantire cibo sempre buono, sano e sicuro a tutto il Paese” ha concluso Levoni.
Parliamo di un settore fondamentale per l’economia del nostro Paese. Oltre 900 aziende di tipo industriale per 29.900 addetti circa, che fatturano circa 8 miliardi di euro nel solo comparto dei salumi, di cui oltre 1,5 miliardi di euro deriva dalle esportazioni dei pregiati salumi made in Italy. Un settore che in emergenza non si è tirato indietro ma che sta cercando di sostenere le necessità del Paese, grazie a tutti gli addetti che hanno a continuato la produzione di alimenti essenziali e che sono parte delle nostre tradizioni. Un settore che perlopiù è formato da aziende familiari, che mantengono alti i valori dell’italianità e del legame col territorio. Un settore che va salvaguardato, per il bene di tutti.