ASST Monza: “Strumentalizzato il caso dell’infermiera suicida“. La risposta dell’azienda sanitaria brianzola alla lettera dei sindacati è stata durissima, in particolar modo per il passaggio del testo in cui veniva respinta con sdegno l’ipotesi che potessero esserci connessioni tra l’operato dell’azienda e il suicidio di un’infermiera. Nel testo le organizzazioni sindacali avevano scritto: “Non abbiamo parole e, solo il silenzio, ci permette di rimanere civili nei toni quando sentiamo dire che è tutto sotto controllo e va bene quando dei genitori, dei colleghi, il paese piangono la decisione di una ragazza che ha deciso di mettere fine alle sue paure con un gesto estremo. Forse non prevedibile ma sicuramente che non può essere rubricato come incidente di poco conto in un sistema in cui tutto va bene”. Affermazioni che hanno provocato una sdegnata reazione da parte dell’ASST Monza: “Strumentalizzato il caso dell’infermiera suicida”. Questa la nostra sintesi di un lungo documento in cui si elencano le azioni messe in campo per la salute dei dipendenti e dei pazienti. “Per quanto riguarda il suicidio della nostra infermiera siamo rimasti profondamente scossi da un gesto così estremo ed, allo stesso tempo, veramente indignati dal vostro tentativo di strumentalizzazione; vogliamo comunque ricordare che la collega era in malattia dal 10 marzo e non risultava in stato di sorveglianza per positività accertata o in corso di accertamento. Allo stesso modo non risultano contatti lavorativi con pazienti COVID positivi poiché la stessa, ancorché prestasse la sua opera in blocco operatorio, non aveva ancora avuto modo di lavorare in reparti COVID+”. Una risposta dunque molto dura per il riemergere di un caso che era stato oggetto anche delle cronache nazionali: il personale sanitario in tutte le parti d’Italia, ma in modo particolare nei territori dei focolai, sta vivendo una fase molto dura a causa di una crisi violentissima come quella attuale.
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