Il Covid19 e l’occasione di un’economia flessibile. Il dibattito sulle infrastrutture digitali pubbliche torna all’ordine del giorno con un’intervento di Marco Fumagalli, consigliere regionale del M5S Lombardia, a proposito della strategia per l’utilizzo dei dividendi di Serravalle.
“L’Assessore regionale al Bilancio Davide Caparini ha spiegato che ritiene di non dover erogare il dividendo e riserve della Serravalle in quanto infrastrutture necessarie per il dopo COVID – ha raccontato Fumagalli – Si conferma che la politica che persegue Regione Lombardia è sempre quella del cemento e dell’asfalto e del business che li sostiene. Per la Lombardia la Lega al Governo è una sciagura. Non hanno la lucidità di capire che questa emergenza modificherà completamente le nostre priorità e il modo di vivere. Con una maggiore attenzione verso la salute e l’ambiente. Lo smart working ci porterà ad una diversa modalità di intendere il lavoro e sulla necessità di infrastrutture. La Regione dovrebbe pensare alle infrastrutture digitali e non ad asfaltare la Pianura Padana. Non servono autostrade ma telemedicina, infermiere di comunità, RSA che assistano i propri degenti e tanta tantissima prevenzione. Ma forse è meglio dire che ci vorrebbe un nuovo governo regionale”, conclude il portavoce del M5S.
Ma al di là della polemica politica il tema era prioritario nell’era Avanti Covid19, ora diventa essenziale per la sopravvivenza dell’economia italiana. Non stiamo parlando della necessità di lavorare in smart working, ma di avere una parte flessibile veramente dell’economia: non sono i contratti dei lavoratori a dover essere flessibili, ma i lavori a essere organizzati in modo da poter essere espletati in vari modi. Se ci fossero infrastrutture serie, avremmo potuto pensare a organizzazioni serie per il lavoro. Parliamo di piani che prevedano lo smart working e non come un unico flusso, rendendo le aziende in grado di reagire a più crisi. Se per un breve periodo ci fosse un cambio di store, perché fermare le vendite? Per supplire alle necessità basta un magazzino, delle commesse con un telefono e pc e una flotta di motorini. E se capitasse una delle sempre più frequenti crisi economiche o ambientali? Si resta fermi, shoccati perché non ci sono piani moderni, solo sistemi novecenteschi ormai estenuati. Invece con sistemi evoluti si potrebbero incidere seriamente le statistiche sui licenziamenti. Il Covid19 e l’occasione di un’economia flessibile non sono cosa da poco, potremmo rendere flessibile l’economia e non il futuro dei lavoratori.