Cambiare idea nella vita è lecito. Sano, in alcuni casi. Doveroso, in altri. Ma andrebbe sempre bilanciato con un’approfondita riflessione sugli errori. Non si chiedono necessariamente scuse pubbliche, ma far finta di nulla non è elegante. Altrimenti in politica significa correre contro se stessi. Quello che, come ci va ad illustrare il sempre attento Consigliere Vassallo, sta facendo in queste settimane il PD. Nella speranza che un lifting basti a far dimenticare cinque anni ai cittadini:
“Il Sindaco Sala ha sempre dichiarato di essere ossessionato dalle periferie. Sarà per questo che le ha sempre così accuratamente evitate. Il PD, comunque, non volendo essere da meno sta infilando una serie di piroette che farebbero arrossire di invidia anche Bolle. Apre le danze Carmela Rozza, consigliera Regionale, che dopo aver accusato la Regione di incompetenza (ve lo ricordate quando ci voleva commissariare?) per le scelte dell’ospedale in Fiera adesso ha cambiato idea. E non vuole più che sia chiuso a fine epidemia. Ricorda tanto i bambini che non vogliono andare da qualche parte, ma che una volta là non vogliono più tornare indietro. Solo che qui si gioca con il futuro della città. Quegli spazi servono per il rilancio strategico della zona Nord ovest e non possono rimanere bloccati indefinitamente. Speriamo che la Rozza se ne faccia una ragione.
Si apre poi il capitolo Rabaiotti. Che dopo cinque anni di sonno sul tema disabilità e case ERP adesso si sveglia di soprassalto. E dà la colpa alla piattaforma Regionale. Nella cui piattaforma mancherebbe la possibilità di sapere se le famiglie possono, a proprie spese, rendere una casa adatta ai disabili. Questa proposta, ovviamente, non ha molto senso: con soldi illimitati si può rendere adatto ai disabili qualsiasi alloggio. Con che soglia si definisce “adattabile” una casa. E poi perché devono pagare gli inquilini? Il Comune, proprietario di casa, cosa fa, guarda? Ma questo è solo un esempio, il vero problema è che Rabaiotti parla di lavoro, di scuola e solo alla fine di casa.
Ma il primo compito del Comune è occuparsi del suo vasto patrimonio immobiliare, poi fare, eventualmente, una politica sul lavoro. Prima si impegnasse seriamente a risolvere i problemi maggiori. Il primo dei quali sono gli ascensori. Quanti portatori di disabilità sono attualmente agli arresti domiciliari per il reato di essere inquilini di un padrone di casa che non sistema i suoi ascensori? Quanti, negli anni, sono stati chiusi in ascensore in attesa di un tecnico che non arriva mai? A che serve far entrare in casa delle persone, ristrutturando a caro prezzo, “adattando” a spese proprie magari, per poi chiuderle dentro a doppia mandata perché l’ascensore non funziona?
Più in generale, il PD si è accorto che fuori dalla cerchia dei Navigli inseguono a fatica chi invece ha sempre lavorato e chi è ricordato dalla gente per l’efficienza dell’amministrazione. E con l’ansia di dire qualcosa, gli strafalcioni volano. Se in politica questo può succedere, quando di mezzo ci sono i più poveri si dovrebbe avere più attenzione. E lo stesso vale per i malati. Ecco, una campagna elettorale in cui il PD finge di non aver governato fino a ieri è una delle cose che ci risparmieremmo volentieri.”