Il caso KFC, i residenti: “Il disagio continua nel totale silenzio della multinazionale e del Comune”. Sono mesi oramai che i Residenti del Gruppo Canonica Sarpi Ovest attendono invano riscontro da KFC e dal Comune di Milano per trovare soluzioni reali e tangibili ai disagi causati dalle emissioni nauseabonde, dal rumore dei macchinari (spesso lasciati accesi di notte) e dallo scempio urbanistico provocati dalla presenza della gigantesca canna fumaria di KFC, posizionata in un contesto storico densamente popolato.
Purtroppo, sempre in assenza di comunicazioni, qualcosa sta accadendo: nei giorni scorsi sono stati notati alcuni tecnici, al lavoro nel cortile del civico 61 di via Paolo Sarpi, che consultavano un progetto e prendevano misure dell’impianto esistente e dell’area circostante.
Ci si chiede a questo punto se KFC intenda procedere con il cosiddetto “progetto migliorativo”, ventilato l’anno scorso, che prevederebbe di spostare la canna fumaria, attualmente posizionata lungo la facciata della palazzina interna del civico 61, alla palazzina esterna del medesimo civico che si affaccia su via Sarpi. Va ricordato che, solo due anni fa durante le fasi di installazione dell’attuale impianto, KFC aveva rassicurato i residenti (che avevano sollevato forti perplessità sulla presenza di una canna fumaria di tali dimensioni in un’area così densamente popolata) che l’impianto non avrebbe causato nessun disagio.
Pertanto, secondo il parere dei residenti coinvolti, lo spostamento del mostro architettonico, non solo non risolverebbe le problematiche già esistenti, ma andrebbe altresì ad ampliare la platea di coloro che già subiscono tali disagi, coinvolgendo almeno altri 6-7 edifici, adiacenti al civico 61 di via Sarpi.
Alla mancanza di comunicazione da parte di KFC si aggiunge l’assenza di un riscontro da parte dei rappresentanti e degli uffici competenti del Comune di Milano, interpellati dai residenti e dai giornalisti che hanno cercato di approfondire la vicenda. L’unico a pronunciarsi sul tema è stato il Presidente del Municipio 1, Mattia Abdu.
Nessun aiuto è giunto da parte delle Istituzioni e i pochi controlli effettuati dal Dipartimento di Igiene e prevenzione Sanitaria dell’Agenzia di Tutela della Salute della Città Metropolitana di Milano, si sono rivelati poco approfonditi e inadeguati rispetto alla realtà dei fatti e al forte disagio dichiarato dai cittadini.
In sintesi:
Se l’impianto è a norma, come ha affermato l’agenzia Arpa, come mai verrebbe spostato?
In caso di spostamento della canna fumaria, KFC sarebbe in grado di garantire con assoluta certezza la soluzione delle problematiche più volte evidenziate?
Se il “Mostro” fosse posizionato con la bocca di scarico verso via Paolo Sarpi, quante altre persone, oltre ai residenti già coinvolti, si troverebbero a subire il nauseante odore di pollo fritto e l‘impatto visivo della nuova canna fumaria?
Quanto ulteriore deprezzamento subirebbe il valore degli immobili circostanti, qualora questo spostamento si verificasse?
E INFINE: quali e quanti disagi ancora dovremo subire nella totale indifferenza e mancanza di dialogo sia da parte di KFC che del Comune di Milano?