Cosa ne sarà di Zion?

Cosa ne sarà di Zion? Perché le manifestazioni di Milano stanno diventando sempre di più il simbolo di come una resistenza minoritaria esiste sempre alla direzione presa dai popoli. E dopo quasi venti settimane di cortei il racconto di un popolo di reietti, analfabeti, fascisti, insomma schifezze umane inizia a scricchiolare. Primo perché qualcuno si è accorto che veniamo da alcuni secoli in cui si è affermato con fatica che anche il più ignorante ha diritto a pensare e agire come meglio crede. Una conquista ottenuta con fiumi di sangue e sofferenze. Quindi fino a quando non si ristabiliranno le caste come nel passato bisogna farsi una ragione del fatto che qualcuno manifesti in nome di qualcosa con cui non siamo d’accordo. Perché altrimenti si crea una distorsione pericolosa. Persino le “macchine” in Zion avevano capito che una minoranza di esseri umani deve essere libera totalmente, pur se entro certi recinti, e la maggior parte  delle persone deve comunque credere di avere una scelta se accettare o no il sistema. Altrimenti non c’è alcun controllo. Noi purtroppo veniamo da un mondo talmente ingessato nelle sue abitudini che non sappiamo più gestire il dissenso: le grandi manifestazioni sono sempre state “di sinistra”, con l’eterna discussione tra i numeri dati dai comitati promotori e dalla Questura. Le solite trite discussioni sui “veri motivi della proposta”, su come sono cambiati i cortei dagli anni Sessanta del Novecento e approfondimenti sul nulla cosmico rappresentato dai commentatori della realtà. Poi però è arrivato il Covid. E le manifestazioni hanno unito il popolino che per definizione è estremista, ma non per forza fascista o comunista. Semplicemente in buona parte (ma non tutto) è costituito da persone di scarsa cultura che comprendono discorsi semplici, come quello di dover avere un patentino per poter lavorare. E giustamente si incazzano, perché come ha spiegato un uomo di indubbie capacità e cultura come Crisanti il Green pass non è un provvedimento di natura sanitaria, ma politica. Dunque il dissenso in linea di principio è nel giusto. Ma non viene dalla parte “giusta”, tant’è che i giornalisti di un certo tipo martellano i manifestanti, spesso ottenendo reazioni che poi denunciano. Sono in un certo senso antivirus di un sistema che si protegge schiacciando il dissenso dolcemente. Ma come possono i politici ignorare venti settimane di manifestazioni? E soprattutto possiamo noi derubricarli a “gente che non merita nulla” e basta? Perché Kipling insegna che si tratta di una china pericolosa quella di appoggiare lo schiacciamento delle minoranze. E culturalmente è il segno che non ci sono idee da opporre alle idee nella società. Ma i cortei sono un realtà che costringe a porsi la domanda: cosa ne sarà di Zion? Dal suo destino, proprio come in Matrix, dipenderà quello di tutti. Nel bene e nel male.