Nel pieno della crisi Milano finanzia centrali idroelettriche in India. Surreale, ma vero. L’azienda che gestisce il servizio idrico della Città Metropolitana ha annunciato entusiasticamente di aver finanziato una centrale idroelettrica in India. Invece di investire su un territorio piegato dalla crisi pandemica, i soldi raccolti dalle tasche di 3,2 milioni di milanesi vengono spediti a migliorare l’India. Cioè un competitor affamatissimo, perché ormai il Subcontinente è tutt’altro che terzo mondo. Anzi, insieme alla Cina è uno dei Paesi più aggressivi e pericolosi a livello economico. Eppure il Gruppo Cap festeggia: “La transizione energetica necessita di una visione globale che parte dal territorio e che mira a diffondere con progetti green la cultura della sostenibilità. Noi ci siamo prefissati un traguardo ambizioso: ridurre del 40% la nostra impronta di carbonio entro il 2033, commenta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Un percorso complesso che abbiamo deciso di accompagnare anche con attività di compensazione delle emissioni non eliminabili o non ancora ridotte. Per questo abbiamo avviato un piano di acquisto di crediti di carbonio che consente di influire positivamente su dinamiche e infrastrutture economiche di paesi in via di sviluppo. Acqua potabile ed energia verde sono due leve importantissime per promuovere la crescita delle comunità locali e sempre di più determineranno una trasformazione radicale a livello sociale ed economico nel nostro futuro. Indirizzare gli acquisti di crediti di carbonio su progetti con queste caratteristiche è per noi importante perché ci consente di essere fedeli al nostro piano di sostenibilità estendendone gli effetti anche in paesi lontani dal nostro”. Già perché per poter inquinare liberamente, le aziende oggi come oggi possono comprare crediti da altri. Un sistema che di fatto regolarizza a livello burocratico l’inquinamento del territorio. Così il Gruppo Cap festeggia perché inquina qui, ma investe in India.
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