Quando il Comune fallisce (e, ahimè per Milano, succede sempre più spesso) sono i cittadini ad intervenire. Un passo indietro. Questo intervento rientra nel Grande Salto Avanti che deve portare i km di piste ciclabili a Milano. Come già avvenuto con Mao, ovviamente, la cosa non ha funzionato benissimo. Così i cittadini sono dovuti intervenire a raccomandare prudenza.
Ci racconta la vicenda della ciclabile il sempre attento consigliere di Municipio 7 Franco Vassallo:
“Pare che persino l’asfalto non voglia saperne di questa opera, visto che dopo nemmeno un anno in molti punti le strisce stanno sbiadendo. E se la strada ha dei dubbi, i residenti hanno certezze: questa striscia di vernice che restringe la carreggiata non fa bene né ai ciclisti né agli automibilisti. È incredibile come Sala riesca, immancabilmente, a rovinare qualsiasi cosa tocchi.
Partiamo da un dato storico, Pisapia, nel furore ideologico contro le auto, aveva fatto allargare i marciapiedi. Logica vorrebbe che le nuove piste ciclabili venissero realizzate sopra o scavate dentro i marciapiedi, laddove possibile. Invece no, le si fa correre parallele alla carreggiata, con l’indubbio rischio costante di invasioni da parte delle auto.
Qui la vicenda la guardiamo, come i cittadini, dalla parte dei ciclisti. Milano non è pensata per una circolazione sicura da parte delle due ruote, al momento. Lo sanno tutti. Solo che qualcuno si preoccupa per la vita dei ciclisti. E qualcuno, invece, li usa ideologicamente per togliere spazio agli automobilisti. È una scelta cinica, perché fatta sulla pelle dei cittadini.
Cittadini che si arrangiano come possono. Ecco perché quei cartelli: sono un atto di fratellanza unviersale, contro una ideologia disumana che usa i corpi dei ciclisti per far passare le proprie idee. Questa, alla fine, è l’unica vera ossessione di Sala. Altroché periferie!”