A fare la foto è andato, ma poi se n’è scordato. Marco Granelli non è mai stato la stella più splendente delle ultime due Amministrazioni, ma vederlo cadere sulle bici sembra tanto anche per lui. Eppure è capitato a leggere lo sfogo di Andrea Painini, presidente di Confesercenti Milano: “Il 26 settembre 2018 è stata inaugurata in via Felice Casati (Pavé) la prima rastrelliera privata ad uso pubblico. Con grande entusiasmo abbiamo fatto partire un progetto volto a cogliere quest’opportunità che prevede il totale sgravio dei costi di occupazione del suolo pubblico a fronte degli investimenti del privato nell’acquisto, progettazione e messa in opera della rastrelliera. Le pratiche purtroppo stanno da mesi rimbalzando tra gli uffici del Comune di Milano…..è possibile Marco Granelli che un progetto di così alto valore sociale, di positivo impatto sulla mobilità e (credo) importante anche per il suo assessorato stia facendo questa fine???”. I commenti sotto il post di facebook sono peggio di qualunque attacco del centrodestra: “Si sperava in un assessore più efficiente” (uno dei più buoni), ma quello che potrebbe davvero fare soffrire un assessore è quello successivo “Lo devi dire a Pierfrancesco Maran”. Visto che questo non è capace, il sotto testo, meglio interpellare uno di quelli bravi, cioè Maran. Maran in effetti in questi anni ha saputo gestire progetti complessi senza esserne o fagocitato e senza creare danni irreparabili e insieme a Pierfrancesco Majorino ha saputo distinguersi come uno degli astri nascenti della politica milanese (e dunque nazionale). Granelli non è mai stato in gare, ma a quanto sembra un motivo c’è: come è possibile che un progetto di una semplice rastrelliera non si riesca a portare a termine? Nella Milano che si candida in continuazione a grandi progetti, può essere che l’Amministrazione Sala si blocchi su un progetto simile? Tra l’altro un’iniziativa privata che va proprio nella direzione di una mobilità dolce in nome della quale si massacrano gli automobilisti di balzelli e multe. Forse, come dicono i milanesi, meglio chiedere a Maran.